Atmosfere stilizzate in una sceneggiatura vuota di sentimentalismi per il nuovo film di Anne Fontaine presente nel Concorso Internazionale.
Una sorta di atmosfera da tragedia incombente domina su tutto il film. La regista è stata molto abile nel ricreare un ambiente asettico, clinicamente freddo. Dal momento in cui il padre ritorna nella vita del figlio dopo trent’anni, si sviluppa un crescendo di tensione che porta allo scontro fisico tra i due. Un film che non annoia ma inchioda lo spettatore allo schermo in attesa che il dualismo padre-figlio sfoci in un dramma finale che avviene però solo in parte. L’intera tragedia si evolve sul non detto, attraverso una interiorizzazione di sentimenti violenti che solo grazie al padre, chiave di volta dell’intera vicenda, vengono esteriorizzati. Eccellente il cast, formato da attori francesi non famosissimi presso le nostre latitudini. Spicca tra tutti il protagonista, Michel Bouquet, che con il suo sorriso enigmatico diventa il motore del tormentato rapporto tra padre e figlio, la bellezza della giovane Natacha Regnier già vista in “La vita sognata degli angeli”.
Di Sal Feo