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LUGANOProcesso HCL, quei fondi neri per pagare i giocatori in nero

08.10.08 - 14:49
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Processo HCL, quei fondi neri per pagare i giocatori in nero
LUGANO - Nel corso del processo cominciato quest'oggi nei confronti degli ex presidenti Fabio Gaggini, Beat Kaufmann del funzionario di banca Piergiorgio Rezzonico, il giudice che presiede la corte Claudio Zali ha voluto meglio capire il meccanismo di finanziamento e di pagamento dei giocatori attuato dalla società bianconera.

Da quanto appurato, sono circa una ventina i giocatori che, nell'arco di 10 anni, dal 1996 al 2005, sarebbero stati pagati in nero. L'ammontare non dichiarata al fisco è di 10 milioni e 430mila franchi su una massa salariale totale di 17 milioni di franchi. La parte dichiarata, al lordo, è risultata quindi di soli 7 milioni.

In che modo venivano stipulati i contratti dei giocatori lo ha spiegato Beat Kaufmann. L'ex presidente ha dichiarato al giudice che la stipulazione avveniva in due fasi: nella prima sul contratto dei giocatori figurava la cifra che essi avrebbero percepito, mentre nella seconda i contratti non riportavano alcuna cifra. Una modalità non molto chiara se si aggiunge che a questi contratti venivano inseriti degli "addendum" di due tipi: uno ufficiale e non non ufficiale. Nella prima tipologia di addendum veniva riportata una cifra, mentre nella seconda veniva riportata la somma che sarebbe stata versata in nero.

E su questo metodo il giudice ha chiesto poi al funzionario di banca Piergiorgio Rezzonico se i giocatori non si fossero mai posti il problema della necessità di versare i soldi in due conti, in uno cifrato e in uno con intestazione. Rezzonico ha risposto che, a quanto gli risulta, i giocatori non si sono mai posti il problema. Alla risposta di Rezzonico il giudice ha voluto calare una sorta di velo pietoso sul comportamento dei giocatori, in particolar modo nei confronti di quelli che abitavano già da tempo in Svizzera e che quindi avrebbero dovuto sapere cosa prevede la legge.


Il mondo sportivo e il mondo reale

Il giudice Claudio Zali ha inoltre fatto notare che in un certo senso ci sono delle incongruenze rispetto a quanto hanno dichiarato i tre imputati. Secondo la triade infatti la situazione è maturata all'interno di un mondo sportivo, in cui questo genere di operazioni sono frutto di un modo di fare tipico di questo ambiente. Zali ha invece richiamato all'ordine, ricordando che quando c'è da rispettare la legge non esiste un mondo sportivo separato da quello generale, in cui le regole sono uguali e valgono per tutti.


Lo strano conto della BUC

Piergiorgio Rezzonico gestiva un conto presso la Banca Unione di Credito (BUC) in cui affluivano proventi da finanziatori cosiddetti "riservati". Su UBS invece arrivavano i proventi dagli incassi delle partite, gli sponsor, ecc.

Ma a interessare maggiormente è il conto della BUC di cui si occupava Rezzonico. Infatti l'imputato ha spiegato che all'interno di questo conto corrente era stata creata una specie di rubrica interna che sarebbe dovuta servire per le operazioni di transito. Da quanto appreso dal giudice Zali, vi sarebbero però delle anomalie sul funzionamento del conto interno, a partire dal fatto che quel conto, nonostante fosse interno alla banca, sarebbe invece riconducibile all'ex presidente Fabio Gaggini. Ma non solo. Un altro fatto strano è che in quel conto i soldi, anziché entrare ed uscire, sono rimasti fermi per dieci anni. "E' normale - ha chiesto il giudice a Rezzonico - tenere dei soldi in transito in un conto rubrica per dieci anni? Perché non aprire un conto ordinario? L'ex funzionario ha risposto che effettivamente non era normale questa situazione, ma che nessuno gli aveva mai contestato questo genere di pratica nel gestire il conto".

Il mistero attorno a questo conto interno si infittisce sempre più, anche perché nessuna sa chi versava i fondi su quel conto della banca, del quale Gaggini poteva usufruire. Anche se, a proposito dei finanziatori occulti, anche Zali ha ricordato che è noto a tutti che dietro all'HCL c'è Geo Mantegazza.


Analogie con il riciclaggio di denaro

Il mistero che avvolge il funzionamento e la finalità di questo conto ha spinto il giudice Zali a spiegare che il genere di domande poste a Rezzonico per far luce su questo aspetto, le avrebbe poste anche in ambito di un processo per riciclaggio di denaro. Zali, rivolgendosi a Rezzonico, ha chiesto se il funzionario di banca si fosse mai posto la domanda sulla provenienza di questi fondi. Soldi che, come sapeva bene Rezzonico, servivano per pagare i giocatori e gli allenatori dell'HCL in nero. L'analogia quindi con il riciclaggio di denaro sporco sono evidenti.

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