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TICINOContrabbando di sigarette, riciclati in Svizzera più di 1 miliardo di dollari

06.10.08 - 10:46
Keystone / Epa Patrick Lux
Contrabbando di sigarette, riciclati in Svizzera più di 1 miliardo di dollari
BERNA - Per anni la Svizzera ha servito da piattaforma girevole per il reinvestimento di fondi acquisiti illegalmente dalla Camorra napoletana e dalla Sacra Corona Unita pugliese. Una logistica finanziaria e di merci ingegnata ad arte ha consentito al mercato nero italiano delle sigarette di fiorire. Il Ministero pubblico della Confederazione MPC promuove ora l'accusa contro dieci presunti esponenti della struttura organizzativa transnazionale e basata sulla divisione del lavoro presso il Tribunale penale federale a Bellinzona.

Secondo l'accusa, negli anni Novanta, le dieci persone hanno gettato le basi per il mercato nero italiano delle sigarette. Fondi di provenienza criminosa delle organizzazioni criminali Camorra und Sacra Corona Unita sono stati infiltrati nel sistema bancario svizzero tramite uffici di cambio in Ticino. I corrieri, infatti, varcavano la frontiera entrando in Svizzera con ingenti somme di contante. A Lugano i fondi di provenienza mafiosa erano accreditati su conti bancari di persone e società intermediarie e, quindi, cambiati in moneta scritturale, la quale successivamente era immessa nella circolazione monetaria legale.

Una volta introdotti nel sistema bancario formale, i fondi erano investiti in sigarette esentasse sul mercato parallelo internazionale (mercato grigio). Le sigarette erano poi trasportate per via aerea, marina e terrestre in Montenegro, dove venivano depositate e messe a disposizione dei clan delle organizzazioni criminali.

In seguito agli embarghi imposti all'inizio degli anni Novanta al Montenegro, lo Stato rivierasco dell'Adriatico fu allora isolato dal mondo della politica. Grazie all'attribuzione di licenze esclusive e alla riscossione di tasse di transito sulle sigarette da contrabbando, ai potentati del Paese si presentò una nuova fonte di guadagno e la possibilità di trarre un guadagno dal traffico illegale di sigarette.

In cambio della corresponsione delle tasse di transito montenegrine le organizzazioni criminali italiane poi ottenevano, in sigarette, il corrispettivo dei fondi versati in Ticino. Con motovedette facevano trasportare la merce da contrabbando fino alla costa pugliese, da dove le sigarette erano trasferite a Napoli e in tutta la Puglia e infine vendute sul mercato nero procacciandosi un profitto.

Dall'inizio degli anni Novanta fino all'inizio del 2001 quasi l'intero flusso di capitali generato dal contrabbando di sigarette effettuato via Montenegro dalla Camorra e dalla Sacra Corona Unita passava dalla piazza finanziaria svizzera. Durante questo periodo sono stati riciclati fondi per un importo notevolmente superiore a un miliardo di dollari americani, principalmente effettuando investimenti nel mercato nero delle sigarette italiano controllato dalle organizzazioni criminali.

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) imputa agli accusati di aver organizzato e permesso l'allestimento e la gestione di una complessa logistica finanziaria e di merci per il mercato nero delle sigarette nel quadro di una struttura organizzativa transnazionale e basata sulla divisione del lavoro. Sulla base dei fatti investigati l'accusa è giunta alla conclusione che gli accusati conoscevano lo scopo delle sigarette acquistate sul mercato grigio e lo sfondo criminale del loro finanziamento. Erano altresì consci del fatto che la Camorra e la Sacra Corona Unita non esitavano a ricorrere a metodi anche violenti per garantire lo svolgimento regolare degli affari illegali e il transito indisturbato della merce da contrabbando.

Grazie ad un sistema finanziario ingegnato ad arte e a complesse reti di società gli accusati agevolarono la realizzazione di guadagni smisurati nell'ambito del commercio illegale di sigarette e, quindi, un consolidamento duraturo del potere delle organizzazioni criminali. Assunsero funzioni centrali in questo ramo d'affari della Camorra e della Sacra Corona Unita e impiegarono nomi fittizi per coprirsi. Svolgendo le loro attività si aggregarono alle organizzazioni di stampo mafioso e intascarono una notevole fetta dei guadagni di origine criminosa.

In Italia, nell'ambito di fatti connessi a quelli oggetto del procedimento penale svizzero, sono state pronunciate condanne. In Svizzera cinque Svizzeri e cinque cittadini stranieri residenti in Svizzera (tre italiani, uno spagnolo e un francese) sono ora tradotti dinanzi al Tribunale penale federale a Bellinzona. Alla fine di settembre il MPC ha promosso l'accusa per titolo di partecipazione e sostegno ad un'organizzazione criminale (art. 260ter del codice penale svizzero; CP) e aggravato riciclaggio di denaro (art. 305bis n. 2 lett. a ev. c CP).

Fino alla valutazione del tribunale tutti gli accusati godono della presunzione d'innocenza. A trasmissione dell'atto d'accusa avvenuta, l'informazione dei media è di competenza del Tribunale penale federale a Bellinzona.


Foto d'apertura: Keystone / Epa Patrick Lux

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