16 ago 2008 - 12:55 Aggiornamento 13 ott 2014 - 14:02 0
La natura in chiusura di Concorso
di Ugo Brusaporco
Ultimi film in competizione. Dal Canada è giunta una coproduzione con la Francia: StoriOfJen di François Rotger. Ambientato nella incontaminata natura del Quebec, dove pochi insediamenti umani raccontano le solitudini. Il film è un western moderno, con protagonisti: un uomo proveniente dal nulla che mette in crisi due donne; una, madre, che non si è ancora ripresa dal suicidio del marito, l’altra, figlia, che si rifiuta al moderno svendersi delle compagne, ai facili amori, ai vestiti alla moda, all’alcool e alla droga.
L’arrivo dell’uomo turberà questi “equilibri”. Finirà con lei che aspetta un bambino e con lui inseguito tra boschi e montagne, in una caccia all’uomo che ha la morte come destino. Ed è una storia vera, come ha spiegato il regista. È un film che descrive un mondo selvaggio al di là dei tempi moderni, forse confuso da questi. Bella la fotografia di George Lechaptois.
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Dall’Italia, in coproduzione con Romania e Francia è invece giunto in concorso Mar Nero (foto) di Federico Bondi. « Mar Nero è legato ad alcuni episodi della mia vita: Gemma è mia nonna e Angela è stata la sua badante ». Questa dichiarazione del regista inquadra un film che i produttori delle tv rumena e italiana concordi vendono come un lavoro in grado di mostrare quanto sia sbagliato il pregiudizio verso i rumeni in generale. Eppure non è un film sui problemi delle badanti, né sui rapporti tra italiani e rumeni, ma è solo un ricordo malinconico e sdolcinato di una nonna bene amata, da parte di un nipotino, Bondi, che scrive vecchio cinema già alla sua opera prima. Ilaria Occhini, in gran forma, offre precisi gesti e respiri teatrali alla Signora Gemma, anziana vedova che alla morte del marito si trova in casa una badante rumena, Angela (una brava Dorotheea Petre), che ha lasciato il marito in Romania. Federico Bondi guida malamente la recita e si lascia trasportare da sentimenti ben descritti nei bigliettini dei baci perugina.
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Molto meglio il cinese Liu Mang de Sheng Yan di Pan Jianlin, un regista indipendente che già ha affrontato opere su realtà problematiche, come lo stupro. Qui si interessa alla vendita degli organi. Una questione accentuatasi in Cina con l’incremento della povertà e con un sistema sanitario corrotto e impossibile per i non ricchi. In conferenza stampa il regista ha spiegato che se un lavoratore medio si ammala non ha altra possibilità che morire. Il film presenta un giovane lavoratore, sportivo, innamorato, che si ritrova con il padre malato ed è costretto a portarselo a casa. Per avere i soldi necessari alle cure – lui è una persona onesta – non riesce a rubare, così non ha altra possibilità che vendere un rene. Istituzioni e mafia sono d’accordo, lo prendono in giro, non lo pagano e lui tornato a casa dovrà ancora lottare per seppellire il padre. Ben diretto, ben recitato, il film inquieta e convince.
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Come convince l’ultimo film in Concorso: Sleep Furiously di Gideon Koppel. Questa docu-fiction ambientata in una valle gallese è un moderno affresco che con forza reclama il ritorno dell’uomo al vivere con i tempi della natura e a trovare il piacere della cultura. Protagonista del film è un camioncino, una libreria viaggiante, che mese dopo mese raggiunge ogni famiglia ed è testimone delle stagioni che cambiano, degli uomini che invecchiano, dei dolci preparati per il tè, dei greggi che riempiono la valle, dei bambini che perdono la scuola perché per lo Stato sono pochi, della scrofa che mette al mondo i suoi maialini.
Un mondo intero che si vuol mettere in soffitta o si vuol venderlo per dimenticarlo. E Koppel, figlio di un pittore ebreo, lo dipinge con classe ed emozione, lasciando allo spettatore una responsabilità enorme: ripensarlo per ripensarsi. Ci vuole coraggio.