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BERNALa Conferenza dei vescovi svizzeri si esprime sui "preti pedofili" e sul rapporto con i media

27.02.08 - 14:58
La Conferenza dei vescovi svizzeri si esprime sui "preti pedofili" e sul rapporto con i media
BERNA - Trasferire "discretamente" i preti pedofili dalla loro sede e reiserirli nella pastorale dopo aver adottato qualche provvedimento è stato un modo di agire sbagliato. È quanto hanno affermato i vescovi svizzeri durante la loro assemblea ordinaria a Berna. La Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) esprime quindi riscrescimento per questo modo di procedere.

I vescovi hanno quindi deciso di rivolgersi a un gruppo di esperti per esaminare l´applicazione delle direttive in materia di absui sessuali nella chiesa emanate nel 2002. Gli esperti devono dire se certe disposizioni dovranno essere completate o rielaborate, indica un comunicato di oggi della CVS.

In seguito a diversi casi che hanno scosso la sua diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo, mons. Bernard Genoud si era già chiesto all´inizio del mese di febbraio se queste direttive non dovessero essere precisate e rafforzate, in particolare introducendo un dovere di denuncia contro i preti colpevoli di abusi.

In occasione della loro assemblea, che si è tenuta lunedì nella capitale i vescovi hanno tuttavia considerato che queste direttive hanno, "nell´insieme", dato prova della loro pertinenza, soprattutto per le misure preventive che hanno introdotto. Tanto più, viene sottolineato, che i casi rivelati nelle ultime settimane risalgono a "diversi decenni fa".

Ciò non impedisce di affermare che "la strada scelta all´epoca, di spostare i pedofili dalla loro sede e reinserirli nella pastorale era errata", riconosce la CVS. "Al contrario del passato, oggi si sa che diversamente dagli altri crimini sessuali, il pericolo di recidiva è elevato nei pedofili, anche dopo una terapia professionale".

Mons. Genoud aveva già chiesto perdono alle vittime di preti pedofili "per la mancanza di trasparenza, chiarezza, comunicazione, addirittura di coraggio che hanno permesso sfortunatamente di avere dei recidivi".

Data la situazione il vescovo aveva deciso di istituire una commissione destinata a gestire i casi di pedofilia. "Proporremo sistematicamente alle vittime di presentarsi davanti alla giustizia civile e se necessario le accompagneremo", aveva aggiunto Genoud.

I vescovi non si considerano tuttavia i soli colpevoli. "Nelle accuse di pedofilia, non sono solo i vertici ecclesistici che hanno una responsabilità particolare, ma anche i media. I loro rapporti devono rispettare la sfera privata delle vittime e non aggiungere un nuovo trauma al precedente", scrive la CVS.

Sempre nella nota di oggi la CVS ha anche indicato che una sua delegazione si recherà dal primo al sette marzo in Terra Santa, dove visiterà i luoghi d´origine del cristianesimo e incontrerà le comunità cristiane locali. Scopo del viaggio è di "testimoniare la sua solidarietà con le Chiese locali e il suo sostegno alla ricerca della pace nella regione".

Questo pellegrinaggio "si tiene in un momento sempre più traumatico per gli israeliani, i palestinesi e tutti i popoli del Vicino Oriente", sottolinea il comunicato. Le minoranze cristiane sono chiamate a svolgere un ruolo di mediatrici e indispensabile alla pace. Per questo motivo la CVS invita i cattolici svizzeri a parteciparvi.

Nel corso della visita i vescovi svizzeri incontreranno pure il patriarca latino di Gerusalemme e si recheranno al memoriale per le vittime dell´olocausto Yad Vashem.

ats
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