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TICINOAggregazione coatta di San Nazzaro, l'ATAC: "Governo non rispettoso della volontà popolare"

14.02.08 - 12:08
Aggregazione coatta di San Nazzaro, l'ATAC: "Governo non rispettoso della volontà popolare"

SAN NAZZARO - L’Associazione ticinese per l’autonomia dei Comuni (ATAC) comunica di aver preso atto della decisione del Consiglio di Stato di voler proporre l’aggregazione coatta del comune di San Nazzaro al fine di creare il nuovo comune di Gambarogno.

Ribadendo la propria posizione contraria ad ogni forma di coazione, l’ATAC stigmatizza nuovamente questo agire del Governo, a suo parere non rispettoso della volontà popolare espressa dal comune di San Nazzaro e rileva inoltre come una volta in più il concetto di eccezionalità previsto dalla Legge sulle aggregazioni e separazioni dei comuni (del 16 dicembre 2003) viene disatteso dal Consiglio di Stato.

L'Associazione ricorda infatti che attualmente sono "già" sei i comuni per i quali il Consiglio di Stato ha proposto l’aggregazione coatta: Sala Capriasca (Capriasca), Dongio (Acquarossa), Aquila (Alta Blenio), Bignasco (Cevio), Muggio (Breggia) e San Nazzaro (Gambarogno). Sei comuni sugli otto totali (Capriasca, Acquarossa, Cevio, Blenio, Breggia, Monteceneri, Gambarogno, Lugano 2008) nei quali, in sostanza, la situazione dopo la votazione popolare non era unanime: "Ossia - sottolinea l'ATAC - con una percentuale del 75%, il che risulta essere ben al di sopra del tanto declamato concetto di eccezionalità".

L’ATAC tiene poi a rilevare come l’Autorità cantonale "tenda in tutti i modi ad aggregare il più alto numero di comuni, sia in forma coatta sia procedendo ora ad aggregazioni senza contiguità territoriale, e senza mai considerare le perplessità e gli inviti alla riflessione avanzati dagli ambienti più critici".

In conclusione, l’ATAC auspica che anche per il comune di San Nazzaro possa attivarsi per una reazione adeguata da parte della popolazione coinvolta, non escludendo un ennesimo ricorso al Tribunale Federale. "Non è detto che, dopo la sentenza sul caso Cadro – conclude - l’Autorità di Losanna abbia finalmente ad intervenire in modo deciso a tutela dell’autonomia e del libero arbitrio dei Comuni ticinesi".

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