La provincia meridionale di Hilmand, dove si concentra la presenza talebana, è così diventata "la principale fonte di stupefacenti illegali a livello mondiale, davanti alla produzione di interi Paesi quali la Colombia (coca), il Marocco (cannabis) e Myanmar (oppio)", ammonisce l'ultimo rapporto dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine (Unodc). "La coltura dell'oppio aggiunge - è ora strettamente legata all'insurrezione".
Nel 2007, la superficie dei campi di papaveri in Afghanistan ha raggiunto i 193mila ettari, in aumento del 17% rispetto all'anno scorso, ed un'estensione totale che supera ormai la superficie dedicata alla coltura della coca in America Latina (Colombia, Perù e Bolivia), rivela ilrapporto. Nel 2007, l'Afghanistan ha inoltre prodotto 8.200 tonnellate di oppio, il 34% in più rispetto al 2006(6.100 tonnellate), "diventando praticamente il rifornitore esclusivo della droga più mortale (93%del mercato globale degli oppiacei). Dalla Cina nel XIX secolo, nessun altro Paese ha prodotto narcotici su una scala così vasta", afferma l'Onu.
Dietro a questi dati impressionanti, le Nazioni Unite descrivono una netta divergenza tra il Nord ed il Sud del Paese asiatico. Nel centro e nel nord dell'Afghanistan, dove il governo ha accentuato la propria autorità e presenza, la coltura dell'oppio è diminuita ed il numero di province libere dall'oppio è passato da sei a tredici. L'opposto si è però verificato nel sud. Circa l'80 % dei campi di papaveri crescono in una manciata di province alla frontiera con il Pakistan. "In quella di Hilmand, dove si concentra l'insurrezione talebana, la coltivazione di oppio è cresciuta del 48% a 102.770 ettari", oltre il 50% della coltura in tutto l'Afghanistan.