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TICINOSISA: la violenza a scuola non si risolve con un regime militaresco

31.05.07 - 14:43
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SISA: la violenza a scuola non si risolve con un regime militaresco
BELLINZONA- Il Sindacato indipendente studenti e apprendisti esprime preoccupazione per i docenti che "effettivamente stanno diventando sempre più degli psicologi senza averne i mezzi e il DECS sta a guardare quanti ancora finiranno nel burn-out". In comunicato odierno il SISA ha preso posizione in merito al problema della violenza fra i giovani delle scuole e si è detto anche inquieto per la possibilità che la scuola possa tornare ad essere basata su sanzioni e ubbidienza militaresca. Soluzioni che, si legge ancora sul comunicato, già paventate in occasione della recente campagna elettorale, sicuramente in molti stanno valutando, ma che sul medio periodo condurranno la scuola a problemi ancora più gravi.

I giovani, continua il SISA, vivono in un contesto globale nel quale passa l'idea del più forte, del più furbo e del più ricco. "Con la violenza e le bravate portate all'eccesso si trova il modo di darsi importanza. Certi valori come la stessa solidarietà è persa sia in famiglia, dove ci si adegua alle regole della concorrenzialità a ogni costo, sia a scuola dove gli insegnanti sono pressati più dal programma e dal dare le note piuttosto che dal trasmettere valori educativi".

Negli ultimi tempi, sottolinea ancora il SISA, una pedagogia falsamente alternativa ha preso piede: essa concepisce il docente come un venditore di sapere e l'allievo, rispettivamente il genitore, come cliente. In questa condizione di "scuola-supermercato" il cliente ha sempre ragione e ogni critica da parte dell'insegnante al ragazzo viene percepita dal genitore come un'ingerenza inaccettabile.

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