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CARASSOStrada forestale naufragata per la seconda volta

01.03.07 - 10:51
In una nota congiunta le associazioni per la protezione della natura che si erano opposte alla strada 'forestale' per allacciare le residenze sui monti di Carasso, comunicano che il Patriziato di Carasso ha ritirato il progetto ma che intende ripresentarlo, in forma modificata, una terza volta.
Strada forestale naufragata per la seconda volta
In una nota congiunta le associazioni per la protezione della natura che si erano opposte alla strada 'forestale' per allacciare le residenze sui monti di Carasso, comunicano che il Patriziato di Carasso ha ritirato il progetto ma che intende ripresentarlo, in forma modificata, una terza volta.

CARASSO - A fine gennaio il Patriziato di Carasso aveva pubblicato il progetto di strada 'forestale' per accedere ai monti sopra il paese, dopo che un primo tentativo si era definitivamente infranto contro una decisione del Tribunale amministrativo del marzo 2005.

Pro Natura, il WWF, l’Associazione traffico e ambiente, la Ficedula e la Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio, si erano opposte ad entrambe le pubblicazioni dell’opera stradale, di cui reputavano eccessivo l’impatto sulla natura e il paesaggio, e si erano invece pronunciate per un allacciamento dei monti con un progetto ottimizzato di filovia.

Da quanto si apprende ora, il progetto di strada ha incontrato anche l’opposizione delle autorità cantonali chiamate a valutarne la conformità con il diritto. Esso non sarebbe pertanto autorizzabile.

Di fronte a questa situazione il Patriziato di Carasso ha deciso di ritirare il progetto e di ripresentarlo in forma rielaborata. Nell’ambito di colloqui con il Patriziato svoltisi nella primavera del 2006, le associazioni avevano esplicitamente menzionato la conflittualità della strada 'forestale' con la legge, in particolare la mancanza di una base pianificatoria che la potesse legittimare. E, al riguardo, le associazione affermano che "il Patriziato aveva preferito non tenerne conto e addossare invece all’autorità e quindi alla collettività l’onere di un inutile esame".

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