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TICINOGendotti preoccupato per la politica culturale, a gennaio un'Osservatorio

25.09.06 - 16:25
"A livello politico, il maggior pericolo che scorgo è rappresentato da tutte quelle forze influenti che ritengono la cultura un bene voluttuario, un surplus, un lusso, un bene superfluo di cui si può fare a meno" . Così ha detto Gendotti oggi al convegno "Le proposte culturali del Cantone Ticino"
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Gendotti preoccupato per la politica culturale, a gennaio un'Osservatorio
"A livello politico, il maggior pericolo che scorgo è rappresentato da tutte quelle forze influenti che ritengono la cultura un bene voluttuario, un surplus, un lusso, un bene superfluo di cui si può fare a meno" . Così ha detto Gendotti oggi al convegno "Le proposte culturali del Cantone Ticino"

LUGANO - Un grido d'appello in difesa della cultura quello lanciato oggi  da Gabriele Gendotti, direttore del DECS, in occasione del convegno "Le proposte culturali del Cantone Ticino", organizzato dalla Comunità di lavoro Regio Insubrica  a Lugano.
Si sa, in anni di ristrettezze finanziarie il settore che viene maggriormente colpito è quello della cultura. Non è un caso daltronde  che negli ultimi anni - come tra l'altro ha ricordato lo stesso Gendotti - le risorse finanziarie a disposizione delle biblioteche cantonali sono diminuite del 30% e pure il personale ha dovuto subire le misure di riduzione applicate a tutta l’amministrazione. Inoltre i  musei fanno i conti con sempre minori risorse da investire nella ricerca scientifica e nelle esposizioni.

Una situazione insomma verso la quale Gendotti ha espresso seria preoccupazione: "A livello politico, il maggior pericolo che scorgo – e non lo nascondo - è rappresentato da tutte quelle forze influenti che ritengono la cultura un bene voluttuario, un surplus, un lusso, un bene superfluo di cui si può fare a meno, e che sostengono che la privatizzazione, l’appalto a privati e addirittura le vendita di musei e istituti culturali vari possa essere una buona soluzione per scaricare lo Stato degli oneri che il settore comporta. C’è insomma chi ritiene che, siccome i musei dello Stato non coprono che minimamente i costi, sia opportuno affidarne la gestione ad esterni remunerati in funzione dei risultati" ha dichiarato Gendotti.

Per il Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento dell'educazione, della Cultura e dello Sport è necessario "ridurre al minimo i disagi generati dai tagli finanziari grazie al reperimento di forme di finanziamento indiretto", e inoltre "sollecitare gli istituti culturali ad ottimizzare le risorse attraverso la massima razionalizzazione possibile delle attività".

La visione aziendalista della cultura che alcune forze politiche di questo Cantone hanno, non piace affatto a Gendotti: "La visione aziendalista genera una serie di contraddizioni pericolose. Il patrimonio culturale è pubblico per definizione, e come tale non può essere alienato a privati. La memoria collettiva non può essere consegnata alla gestione privata e tanto meno subordinata a logiche di profitto".

In Ticino manca una politica pubblica coerente: "È sempre mancata - ha detto Gendotti - una politica guidata da una solida strategia costruita in funzione delle priorità del paese".

Esistono però margini di miglioramento e per Gendotti  non si tratta di "cedere alle lusinghe della privatizzazione e del “beneculturalismo” che riduce tutto al grande evento, ma di capire come sia possibile sviluppare una politica culturale che consenta allo Stato, senza venir meno ai suoi doveri, di assecondare attività economicamente interessanti, di capire come si possa promuovere il patrimonio culturale nell’ambito di una valorizzazione integrata del territorio che non escluda un concorso controllato di privati".

I progetti presenti e futuri non mancano: iniziative culturali, contributi alle pubblicazioni,  alle manifestazioni artistiche, alle compagnie teatrali, al cinema,  programmi di ricerca, borse di studio, finanziamento di musei e istituti di ricerca, come l’Osservatorio linguistico e, come l’Osservatorio della vita politica. E per il futuro si dovrebbero vedere all'orizzonte l'importante progetto del Museo del Territorio, la risistemazione del Museo cantonale d’arte, nuove forme di collaborazione con i poli culturali regionali.

Ma il futuro vedrà soprattutto la nascita dell'Osservatorio culturale, entrerà in funzione a gennaio. "Dal prossimo gennaio il Cantone metterà in funzione un nuovo strumento conoscitivo: l’Osservatorio culturale il cui intento sarà il monitoraggio attento delle realtà culturali, la ricerca di nuove strategie culturali, l’elaborazione di progetti di aggiornamento e formazione degli addetti culturali. Compito dell’Osservatorio sarà pure quello di alimentare il dibattito attorno alla definizione di patrimonio culturale; di interrogarsi sul suo significato; di approfondire il tema della proprietà del patrimonio culturale, dei suoi costi, della sua redditività, della conservazione e della valorizzazione contestuale ecc.

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