"Questa scelta - scrive il SISA in un comunicato stampa - non è infatti ancora ben conosciuta e molti reclutandi la confondono tuttora, a 10 anni dalla sua introduzione, con la protezione civile. In questo senso il SISA con il prossimo anno scolastico potrebbe decidere di assumere quale sua priorità quella di lavorare più intensamente fra i giovani a favore del diritto all’obiezione di coscienza, magari collaborando con associazioni che già svolgono un encomiabile lavoro, come il Gruppo Ticinese Servizio Civile o l’Associazione Svizzera dei Civilisti. Per un sindacato giovanile come il nostro è infatti importante rendere edotti i giovani dei loro diritti".
"Il SISA - si conclude la nota - è inoltre deluso dal fatto che mentre altrove in Europa si abolisce la leva obbligatoria, in Svizzera non solo la si mantiene ma si tartassano con un’audizione e un “esame della coscienza” coloro che chiedono di potersi mettere al servizio del prossimo senza portare fucile e indossare divise".