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TICINOProblema nomadi, altri cinque anni per risolverlo

16.03.06 - 11:44
Ti Press
Problema nomadi, altri cinque anni per risolverlo

BELLINZONA - Serviranno altri cinque anni al Governo per poter individuare quali saranno le aree di sosta per i nomadi. È quanto sostiene il Consiglio di Stato rispondendo a un'interrogazione  firmata dal deputato leghista Lorenzo Quadri e confirmatari. Alla domanda di Quadri "quali sono i tempi previsti per l'annunciato  Piano di utilizzazione cantonale (PUC) che definisca le aree nomadi", il Governo ha risposto che "sulla  base dell'esperienza già avuta con simile procedura si può indicare in circa cinque anni la durata della procedura tendente a formalizzare nel PUC le aree di sosta per i nomadi".

Insomma un problema - quello delle aree da destinare ai nomadi - che non è affatto  facile da risolvere anche perchè come sottolinea il Governo nella sua lunga risposta all'interrogazione la collaborazione da parte dei Comuni è parecchio  scarsa: "La riluttanza della popolazione  sedentaria e la diversità della cultura nomade, sono sicuramente dei fattori che condizionano la collaborazione e disponibilità dei Comuni alla realizzazione, sul loro territorio, delle aree di sosta. Questo atteggiamento, che di fatto ha scaricato sul Cantone tulla la responsabilità concernente la gestione dei nomadi, compresa quella finanziaria, non risulta essere consono ad uno spirito di collaborazione che dovrebbe sussistere tra gli enti locali e l'Autorità cantonale".

Per quanto riguarda il progetto della Commissione nomadi di individuare "almeno quattro, meglio sei" aree attrezzate per i nomadi, il Governo afferma di ritenere "giudizioso poter disposrre di quattro aree di sosta, due ubicate  nel Sottoceneri e due nel Sopraceneri".
Sui relativi costi è ancora prematuro poter esprimere cifre, dato che prima devono essere individuate le aree, aree che  - viene precisato dal Consiglio di Stato - "sono indispensabili per evitare che i nomadi sfuggano la controllo delle autorità di polizia e vadano a sistemarsi, senza autorizzazione, in terreni privati".

 

 

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