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SVIZZERA"L'Unione deve comportarsi in modo corretto"

17.06.13 - 16:06
Prove tecniche di dialogo tra Widmer-Schlumpf e Semeta sullo scambio automatico di informazioni e sul regime fiscale
Foto Keystone Gian Ehrenzeller
"L'Unione deve comportarsi in modo corretto"
Prove tecniche di dialogo tra Widmer-Schlumpf e Semeta sullo scambio automatico di informazioni e sul regime fiscale

BERNA - Svizzera e Unione europea rimangono per ora sulle proprie posizioni nel delicato dossier della fiscalità del risparmio: ricevendo oggi a Berna il commissario europeo competente Algirdas Semeta, la ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf si è limitata a dichiarare che la Svizzera è "aperta alle discusioni" e che proporrà al Consiglio federale un mandato negoziale. "Progressi sostanziali" sono stati per contro fatti nel dialogo sulla fiscalità delle imprese.

La questione dello scambio automatico delle informazioni è certo stata affrontata, ma nessuna concessione è stata annunciata dalla consigliera federale. "Il mio dipartimento - ha dichiarato alla stampa - analizzerà il mandato negoziale proposto dal signor Semeta e in seguito informerò i colleghi di governo affinché possano darmi un mandato ufficiale di negoziati con l'UE sulla fiscalità del risparmio".

Widmer-Schlumpf: OCSE meglio dell'UE - Nessun calendario è stato per il momento avanzato. La posizione della Svizzera non è cambiata. Eveline Widmer-Schlumpf ha ribadito che l'UE non è, per negoziati di tale portata, il partner appropriato per la Svizzera. Berna propone di discutere lo scambio di dati fiscali in seno all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), puntando su standard internazionali piuttosto che sull'ambito bilaterale con Bruxelles.

Il commissario europeo per la fiscalità, già ministro lituano delle finanze, aveva dichiarato venerdì scorso a Bruxelles di auspicare la fissazione di un calendario per l'avvio di trattative rapide. A Berna è arrivato con un mandato negoziale approvato il 14 maggio scorso dai ministri europei delle finanze, che prevede l'apertura di trattative con Svizzera, San Marino, Andorra, Monaco e Liechtenstein. Dopo l'incontro si è tuttavia detto d'accordo di "attendere il mandato ufficiale del governo svizzero al fine di cominciare i negoziati formali".

Semeta: nessun "piano B"Semeta ha assicurato di voler "rispettare il processo politico svizzero". Per lui è tuttavia chiaro che lo scambio automatico delle informazione deve essere posto sul tavolo dei negoziati. A questo proposito si è detto soddisfatto che le discussioni siano "ufficialmente aperte" e convinto che il dossier fiscale sia ormai un'"alta priorità politica" per il Consiglio federale.

Semeta ha aggiunto di voler "concludere rapidamente" queste trattative e ha sottolineato di essere venuto a Berna senza controproposte o "piano B" per addolcire la richiesta di scambio automatico. Nessuna concessione neppure riguardo alla proposta elvetica di legare questo scambio al libero accesso al mercato europeo per i prestatori elvetici di servizi finanziari.

Il mandato negoziale affidato in maggio alla Commissione europea e assunto da Semeta nei confronti della Svizzera e degli altri "paradisi fiscali" europei prevede di rafforzare ed estendere la direttiva europea sul risparmio, allargandola per esempio ad altri tipi di redditi: dividendi, plusvalenze, guadagni su transazioni immobiliari ecc.

L'accordo bilaterale sulla fiscalità del risparmio entrato in vigore il primo luglio 2005 ha introdotto a beneficio dei paesi dell'UE una ritenuta alla fonte ("euroritenuta") sugli interessi prodotti dai fondi depositati in Svizzera dai loro cittadini. Inizialmente del 15%, essa è passata al 20% nel 2008 e ha raggiunto il 1. luglio 2011 il 35%, tasso in vigore per l'imposta preventiva elvetica, destinata a scoraggiare l'evasione fiscale dei cittadini svizzeri. Il ricavo della trattenuta d'imposta è riversato in misura del 75% allo Stato UE in cui il contribuente è domiciliato (Revenue sharing), mentre il resto rimane in Svizzera. Nel 2012 il ricavo lordo della ritenuta è stato di 615,4 milioni di franchi, contro i 506,5 milioni del 2011.

Fiscalità delle imprese, il dialogo prosegue - Nell’ambito dell’imposizione delle imprese la Svizzera "ha confermato la sua disponibilità ad adeguare determinati regimi fiscali qualora l’UE rinunciasse a contromisure verso la Svizzera" e si comportasse "in modo corretto", si legge in una nota diramata dal Dipartimento federale delle finanze dopo l'incontro. Il dialogo potrà proseguire nella seconda metà dell'anno, aggiunge il comunicato.

Lo scorso 21 gennaio, Eveline Widmer-Schlumpf aveva seccamente replicato al commissario europeo Semeta, che aveva minacciato di mettere la Svizzera su una lista nera se non avesse modificato la fiscalità delle imprese straniere entro sei mesi. L'UE ritiene che i regimi fiscali di taluni cantoni creino "una distorsione di concorrenza inaccettabile" tra la Svizzera e l'Unione europea e costituiscano un "aiuto di Stato". Bruxelles ha esortato pertanto Berna a concludere "rapidamente" le discussioni interne che mirano ad abolire questi regimi fiscali.

Ats
 
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