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SVIZZERA«Le elezioni dei giudici non sono mica una fiera del bestiame»

15.11.21 - 06:00
Il ministro della giustizia si esprime sulle possibili conseguenze dell’iniziativa della giustizia ma non solo.
20min/Taddeo Cerletti
Fonte 20 Minuten
«Le elezioni dei giudici non sono mica una fiera del bestiame»
Il ministro della giustizia si esprime sulle possibili conseguenze dell’iniziativa della giustizia ma non solo.
Karin Keller-Sutter ha infatti dato la sua opinione sulla criminalità giovanile e sulla violenza contro le donne.

BERNA - Quasi ogni fine settimana i giovani sono coinvolti in una rissa con coltelli. È preoccupata?
Sì, questa violenza, a livello sociale, deve preoccuparci. Il fenomeno si è sviluppato negli anni Duemila, quando ero consigliera di Stato nel canton San Gallo. Allora abbiamo formato e reso operativi speciali agenti di polizia giovanile. La situazione poi si è calmata. Ora abbiamo l'impressione che ci sia di nuovo un aumento, soprattutto di episodi di violenza con armi da taglio. 

Come deve reagire lo Stato di fronte a questo aumento?
È quasi impossibile poter reprimere del tutto la violenza. Essa è un’espressione del nostro tempo. Siamo una società attiva 24 ore su 24, e spesso c’è di mezzo l’alcol. Hanno un ruolo importante anche il cambiamento dei valori, del modello maschile, un generale abbassamento del senso del rispetto. Sono mutamenti sociali che tendono a favorire la violenza. I conflitti si intensificano rapidamente. Il diritto penale si muove su una linea, la prevenzione su un'altra.

C’è un aumento allarmante anche dei femminicidi.
È qualcosa che mi sconcerta ogni volta. Bisogna far notare però che è da appena 20 anni che stiamo combattendo seriamente la violenza domestica. I Cantoni nel frattempo hanno compiuto progressi. Ma si può fare di più. Arrendersi non è di certo una soluzione. Si tratta di episodi carichi di tanta sofferenza. Sia per i familiari dell’autore di un delitto, sia per quelli della vittima.

Cosa sta facendo il Governo federale contro i femminicidi?
In primavera ho invitato i Cantoni e le organizzazioni della società civile a un dialogo strategico sulla violenza domestica. È stata la prima volta che tutti i soggetti coinvolti si sono seduti allo stesso tavolo e hanno preso l'impegno vincolante affinché ognuno di loro mettesse in atto tutte le possibilità disponibili nelle proprie aree di responsabilità. Controlliamo i progressi ogni sei mesi.

E cosa viene fatto concretamente?
Usiamo il progresso tecnologico. In Spagna, le vittime di violenza domestica dispongono di pulsanti di emergenza che possono attivare quando l'autore si avvicina. I localizzatori GPS sono installati anche presso l'autore a seconda del rischio. Uno studio dell’Università di Berna mostra che tutto ciò può migliorare la sicurezza e la protezione della vittima. In alcuni cantoni sono previsti progetti pilota con tali sistemi a partire dal 2022.

Per tutte queste situazioni è di fondamentale importanza una magistratura funzionante. Cosa potrebbe succedere se l’Iniziativa sulla giustizia dovesse essere accolta?
È dal 1848 che i nostri giudici federali vengono eletti dal Parlamento. I giudici sono legittimati democraticamente e rappresentano la popolazione in termini di genere, origine e lingua. Non ho mai sentito lamentele a riguardo. Quindi un sistema di voto collaudato verrebbe sostituito, senza alcuna necessità, da un sistema a lotteria. Verranno eletti non i migliori giudici selezionati, bensì quelli più fortunati. Nessun paese al mondo elegge i suoi giudici a sorte.

Però nessun paese al mondo ha questo forte legame tra Parlamento alta Corte suprema come in Svizzera.
Non sono di questo parere. È vero che siamo organizzati in modo molto democratico. Qualsiasi autorità giudiziaria o politica è eletta direttamente o indirettamente dal popolo. Questo processo elettorale è trasparente. Anche il Tribunale federale è quindi molto considerato. È accettato e riconosciuto dalla popolazione come ultima istanza. Ora invece una commissione specializzata dovrà selezionare i candidati per una procedura della lotteria. Chi siede in questa commissione? E quali criteri dovrà utilizzare per fare la selezione? Sarebbe una scatola nera per niente trasparente e che non si adatta al nostro tempo.

Oggi i giudici devono pagare una quota di mandato al loro partito. La loro rielezione crea una sorta di dipendenza. Lo ritiene giusto?
Possiamo discuterne tranquillamente. Il contributo di mandato non è ancorato alla legge, ma alla tradizione, poiché i partiti in Svizzera non sono finanziati dallo Stato. Pago anche io una quota.

Quanto paga al suo partito?
In qualità di Consigliera federale pago 15.000 franchi.

Il Consiglio federale ammette nel messaggio che l'attuale sistema potrebbe essere migliorato. Perché non ha fatto una controproposta?
Perché il punto centrale dell'iniziativa è il sorteggio a mo’ di lotteria. Il Consiglio federale e il Parlamento non devono agire sul sistema elettorale in quanto tale.Si può discutere su altre cose come il contributo del mandato. Una proposta è in attesa in Parlamento.

Qual è secondo lei l’obiettivo dell’iniziativista Adrian Gasser?
Deve chiederlo a lui. So solo che pensa che il nostro sistema sia corrotto. A nome del Consiglio federale, mi oppongo alla definizione di corruzione del Tribunale federale, del Parlamento e delle autorità svizzere.

Il Parlamento ha respinto praticamente all'unanimità l'iniziativa. Nei sondaggi, tuttavia, essa è apprezzata da oltre il 40% della popolazione. Il Parlamento politicizza il popolo?
No. È sbagliato polemizzare nei confronti dei partiti. Non è giusto accusarli di nepotismo. I partiti organizzano tutte le campagne elettorali e sono l'anima della nostra democrazia. Un esperimento mentale come il sorteggio potrebbe sembrare allettante. Ma non bisogna dimenticare che il Tribunale federale è una delle principali istituzioni del Paese. E le elezioni dei giudici non devono diventare una fiera del bestiame».

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