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SVIZZERAIl Nazionale ha detto sì al matrimonio civile arcobaleno

11.06.20 - 09:23
Con una larga maggioranza, ora la palla passa agli Stati ma il referendum resta probabile
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Fonte Ats
Il Nazionale ha detto sì al matrimonio civile arcobaleno
Con una larga maggioranza, ora la palla passa agli Stati ma il referendum resta probabile

BERNA - "Sì" al progetto di applicazione dell'iniziativa parlamentare dei Verdi liberali "Matrimonio civile per tutti" e "sì" al ricorso per le coppie lesbiche al seme di un donatore.

Il Consiglio nazionale, con 132 voti contro 52 e 13 astenuti, ha accolto il dossier che dovrebbe consentire una completa uguaglianza di tutti i cittadini svizzeri, indipendentemente dallo stile di vita. La possibilità che venga lanciato un referendum, qualora la modifica del Codice civile dovesse venir adottata anche dal Consiglio degli Stati, è comunque probabile.

Il Consiglio nazionale aveva ripreso stamane la discussione sul progetto di applicazione dell'iniziativa parlamentare dei Verdi liberali "Matrimonio civile per tutti" iniziata giovedì scorso. La maggioranza, con 152 voti contro 39 e 4 astenuti, la Camera del popolo è entrata in materia. Solo una parte dell'UDC e del PPD era contraria. Ora è in corso il dibattito di dettaglio.

Nel corso della discussione sull'entrata nel merito, la maggioranza degli oratori intervenuti hanno affermato che, consentendo alle coppie omosessuali di sposarsi, si fa un «passo storico» verso la completa uguaglianza di tutti i cittadini svizzeri, indipendentemente dallo stile di vita.

Il tema che divide: coppie lesbiche e sperma donato - Unico aspetto controverso in seno al plenum riguarda il ricorso per le coppie lesbiche al seme di un donatore, come chiesto da Beat Flach (PVL/AG). La commissione preparatoria raccomanda il "no", ma con un solo voto di scarto.

Stamane anche la consigliera federale Karin Keller-Sutter ha dichiarato che il governo su questo punto sostiene la maggioranza commissionale: «fa parte del diritto fondamentale del bambino sapere chi sono i suoi genitori», ha precisato la ministra di giustizia.

Il timore è che una simile disposizione non raccolga attorno a sé una maggioranza in caso di votazione popolare. L'idea, insomma, è quella di trattare le questioni concernenti la medicina della riproduzione soltanto in un secondo tempo.

La possibilità che venga lanciato un referendum, qualora la modifica del Codice civile dovesse venir adottata anche dal Consiglio degli Stati, è probabile. L'Unione democratica federale si è già espressa in tal senso.

Il gruppo UDC in aula è stato l'unico a difendere il diritto vigente, mentre il Gruppo del Centro (PPD/PBD/PEV) era d'accordo con l'entrata in materia ma contrario al ricorso per le lesbiche al seme di un donatore.

L'Unione democratica di centro crede che un simile cambiamento andrebbe fatto a livello costituzionale e non solo a livello di Codice civile. La nozione di matrimonio contenuta nella Costituzione federale viene ancora intesa nella società quale unione tra un uomo e una donna, ha sostenuto Yves Nidegger (UDC/GE).

Sarebbe la fine di una lunga discriminazione - Per la maggioranza del plenum il progetto rappresenta invece la realizzazione di una lungo percorso, irto di ostacoli, per la piena uguaglianza di tutti davanti alla legge, tenuto conto dell'evoluzione delle mentalità in seno alla società non più disposta a tollerare discriminazioni basate sull'orientamento sessuale. La Costituzione federale garantisce il diritto al matrimonio e alla famiglia, senza definire il sesso. Siamo di fronte a diritti fondamentali validi per tutti, ad eccezione della comunità LGBT.

Non si tratta quindi di creare nuovi diritti, bensì di fare in modo che tutti possano godere di quelli esistenti, anche del diritto di sposarsi, con tutto ciò che un simile passo implica.

Quanto al pericolo di un referendum, il fatto che il popolo possa esprimersi un argomento simile è una buona cosa. In questo modo di potrà fare finalmente chiarezza su ciò che pensa la popolazione, ha detto Laurence Fehlmann Rielle (PS/GE).

Il progetto in breve - Le grandi linee del disegno di legge sono note: le disposizioni che attualmente disciplinano il matrimonio si applicherebbero in futuro anche a quelli fra persone dello stesso sesso. Di conseguenza, non sarà più possibile costituire nuove unioni domestiche registrate.

I partner che hanno contratto un'unione domestica registrata, qualora questa revisione dovesse entrare in vigore, potranno comunque continuare a restare vincolati da tale istituto giuridico. Allo stesso tempo, chi lo desidera potrà convertire l'unione domestica registrata in matrimonio senza inutili ostacoli burocratici.

Il progetto prevede inoltre adeguamenti alle disposizioni del diritto internazionale privato. Attualmente, infatti, il matrimonio celebrato all'estero da una coppia omosessuale è riconosciuto in Svizzera quale unione domestica registrata.

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