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SVIZZERALegge sul CO2 al Nazionale, "imprese responsabili" agli Stati

09.06.20 - 07:40
Altra giornata di discussioni alla Bernexpo
Keystone
Fonte ATS
Legge sul CO2 al Nazionale, "imprese responsabili" agli Stati
Altra giornata di discussioni alla Bernexpo

BERNA - Il Consiglio nazionale (08.00-13.00) inizierà la giornata odierna occupandosi della legge sul CO2. La camera si era già occupato del dossier nel 2018 quando fu bocciato nel voto sul complesso.

La nuova Commissione dell'ambiente uscita dalle elezioni federali dello scorso autunno ha invece approvato il progetto allineandosi alle decisioni dei "senatori" per quanto concerne in particolare gli obiettivi di riduzione delle emissioni, i requisiti per i veicoli, la tassa sui biglietti aerei (tra 30 e 120 franchi) e il Fondo per il clima.

Quest'ultimo, che dovrà anche finanziare misure di riduzioni a lungo termine delle emissioni di CO2 degli immobili, dovrà in particolare tenere in considerazione le regioni periferiche di montagna.

La commissione vorrebbe inoltre che anche le PMI, come le grandi imprese a forte consumo energetico, possano essere esentate dalla tassa sul CO2 se si impegnano a limitare le rispettive emissioni. Propone quindi al plenum di stralciare il limite annuo di 10 mila franchi (Consiglio degli Stati), rispettivamente di 15 mila franchi (Consiglio federale) a partire dal quale l'esenzione verrebbe concessa.

Al Consiglio degli Stati (08.15-13.00) la giornata inizierà con le discussioni sulla proposta della conferenza di conciliazione in merito all'iniziativa popolare "per imprese responsabili". Questa sarà verosimilmente adottata visto che corrisponde a quella fin qui difesa dalla Camera dei cantoni.

I "senatori" saranno poi chiamati ed esprimersi su due altre proposte di altrettante conferenze di conciliazione: sulle misure volte a limitare il numero dei medici e sulla rendita ponte per i disoccupati anziani.

Agli Stati è anche previsto un dibattito su una revisione legislativa che mira a consolidare il ruolo della Svizzera come sede degli arbitrali internazionali. Le due camere si oppongono sull'uso dell'inglese.

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