Questa misura, arenatasi in precedenza al Nazionale, è stata nuovamente riproposta dalla Commissione della politica di sicurezza degli Stati
BERNA - Ai soldati che dopo la scuola reclute chiedono di passare al servizio civile (40% delle ammissioni) deve venir imposto un periodo di attesa di dodici mesi. Lo ha ribadito la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati (CPS-S) per 10 voti a 3.
Tale misura, proposta dal governo e approvata dalla Camera dei cantoni in prima lettura, era stata bocciata dal Nazionale. Ora la CPS-S ha deciso di riproporla considerando che tale periodo di attesa consente all'esercito la possibilità di condurre colloqui personali, si legge in un comunicato odierno dei servizi del Parlamento.
Secondo la maggioranza della commissione, inoltre, spesso i soldati che passano al servizio civile una volta conclusa la scuola reclute lo fanno in relazione alla loro carriera professionale o per praticità. Il servizio civile è però stato istituito per chi non può prestare servizio militare per motivi di coscienza, tiene a ricordare la CPS-S.
Con il periodo d'attesa, inoltre, si potranno garantire gli effettivi dell'esercito. La minoranza, ricordando che il servizio civile offre un prezioso contributo alla società, sostiene invece che sarebbe più sensato rendere più attrattivo il servizio militare, piuttosto che ostacolare l'accesso a quello civile.
Quella sul periodo d'attesa è l'unica divergenza che rimane tra i due rami del Parlamento. Tutti gli altri punti della riforma sono infatti già stati adottati. Tra questi figura l'aumento a 150 del minimo di giorni di servizio da prestare e l'applicazione pure a sottufficiali e ufficiali del fattore 1,5 (vanno svolti una volta e mezzo i giorni di servizio militare).