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SVIZZERASwisscoy, una missione ancora necessaria

27.11.19 - 15:00
Il Consiglio federale chiede un prolungamento di tre anni
KEYSTONE
Il Consiglio federale crede che la missione Swisscoy in Kosovo sia ancora necessaria.
Il Consiglio federale crede che la missione Swisscoy in Kosovo sia ancora necessaria.
Swisscoy, una missione ancora necessaria
Il Consiglio federale chiede un prolungamento di tre anni

BERNA - Nonostante non manchi chi si interroga sul senso dell'attuale impegno militare elvetico in Kosovo, il Consiglio federale crede che la missione dei militi svizzeri in questo Paese sia ancora necessaria.

Nel messaggio al parlamento approvato oggi, il governo chiede di prolungare la missione della Swisscoy oltre il 31 dicembre 2020 fino al 2023, aumentando nel contempo gli effettivi da 165 a 195 militari. Le Camere dovrebbero affrontare il dossier in primavera e estate 2020.

Anche se un conflitto generalizzato è assai improbabile, Serbi e Kosovari continuano a guardarsi in cagnesco: come precisa una nota odierna del Dipartimento federale della difesa (DDPS), negli ultimi anni la situazione politica e in materia di sicurezza in Kosovo e nei Balcani occidentali si è infatti deteriorata, costringendo la NATO ad abbandonare il suo piano di dimezzare l'effettivo della KFOR, nel quale Swisscoy è integrata.

Il deterioramento delle relazioni tra Belgrado e Pristina avvenuto negli ultimi anni ha determinato, secondo il DDPS, una recrudescenza delle tensioni e degli incidenti provocati da entrambe le parti. Insomma, benché i rischi di un nuovo conflitto armato nel Paese siano minimi, la situazione politica e in materia di sicurezza in Kosovo è tale da rendere ancora necessaria la presenza della KFOR per garantire stabilità e sicurezza.

Di fronte a questa situazione d'incertezza, la Svizzera non può starsene in disparte: all'interno della KFOR sono emerse nuove lacune in termini di capacità, che richiedono ulteriori contributi negli ambiti della libertà di movimento, dell'acquisizione di informazioni e delle funzioni di ufficiale superiore presso il quartiere generale della KFOR. Si tratta di compiti ai quali Swisscoy ha già contribuito in passato.

Aumento degli effettivi - Per consentire a Swisscoy di rispondere a queste nuove esigenze, l'esecutivo intende aumentarne l'effettivo massimo dagli attuali 165 militari a 195 a partire dal mese di aprile del 2021. Come finora, in caso di aggravamento della minaccia il contingente dovrebbe essere rafforzato con 20 elementi per un periodo massimo di quattro mesi. Per svolgere eventuali compiti logistici e di manutenzione, il contingente dovrebbe poter essere accresciuto di altri 50 elementi per un periodo massimo di otto mesi.

La stabilità della regione è anche nell'interesse della Svizzera. Nella nota si ricorda infatti che nella Confederazione vivono quasi mezzo milione di persone che hanno radici nel Sud-Est europeo, di cui oltre 200 mila di origine kosovara.

Oltre a dimostrare concretamente la propria solidarietà, l'esercito svizzero trae utili insegnamenti dall'impiego della Swisscoy, in particolare per verificare e migliorare le sue procedure, sottolinea il DDPS

Oltre 9000 soldati dal 1999 - Negli ultimi vent'anni, 650 donne e 8500 uomini hanno prestato servizio per Swisscoy in Kosovo. Il primo impiego di soldati svizzeri nell'ex provincia serba risale a vent'anni fa. Il 23 giugno 1999 - due settimane dopo la fine della guerra tra la Serbia e il Kosovo che provocò 12'000 morti e 800'000 rifugiati - il Consiglio federale decise di partecipare militarmente con un contingente svizzero alla missione internazionale "Mission Kosovo Force" (KFOR) guidata dalla NATO. Quale base giuridica fu invocata la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

I primi 160 soldati svizzeri di Swisscoy iniziarono il loro lavoro in Kosovo nell'ottobre di quell'anno. Erano disarmati e la loro protezione era garantita dai colleghi austriaci e tedeschi. Il loro compito era di sostenere le altre truppe KFOR nella costruzione, nella manutenzione degli accampamenti e nella depurazione dell'acqua potabile, ma collaborarono anche alla costruzione di strade, edifici e opere di ingegneria civile.

Solo nel 2002, dopo una modifica della legge militare, venne dispiegato in Kosovo un primo contingente di fanteria armato, che partecipò ad interventi di pattugliamento, sorveglianza dei convogli e messa in sicurezza. Fu ritirato dieci anni più tardi e da allora Swisscoy si è concentrata sempre più su operazioni di monitoraggio, trasporto di materiale e sminamento.

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COMMENTI
 

miba 4 anni fa su tio
Condivido. Fenomenale poi l'arrampicata sui vetri secondo cui nella Confederazione vivono quasi mezzo milione di persone che hanno radici nel Sud-Est europeo, di cui oltre 200 mila di origine kosovara e quindi sarebbe nell'interesse della stessa confederazione......

Bayron 4 anni fa su tio
Necessaria per chi??? Missione dispendiosa e inutile!!!
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