La presidente dei Verdi ha annunciato la propria candidatura per il Consiglio federale. Ecco cosa ne pensa il politologo Nenad Stojanovic
BERNA - Ieri pomeriggio, durante una conferenza stampa, la presidente dei Verdi Regula Rytz ha ufficialmente confermato di «essere pronta» a sedersi in Consiglio federale. L'ecologista punta, senza mezzi termini, a una delle poltrone detenute dal PLR ritenendo «il partito ampiamente sovrarappresentato nel Governo federale». E il principale indiziato per "venire travolto" dall'onda verde pare essere il ticinese Ignazio Cassis. Per capire un po' meglio le reali possibilità che questo "rimescolamento" si concretizzi, 20 Minuten ha contattato il politologo ticinese e professore di scienze politiche all'Università di Ginevra Nenad Stojanovic.
Quante possibilità ha Regula Rytz di entrare nell'Esecutivo federale?
«Come persona, Regula Rytz ha tutte le carte in regola per vincere. Ha diversi anni di esperienza nel Municipio di Berna e il fatto che non sia stata eletta al Consiglio degli Stati non conta molto. Ha fatto un ottimo risultato pur venendo sconfitta. E poi anche Ueli Maurer non era entrato nella Camera Alta nel 2007 per poi venire eletto in Consiglio federale nel 2008».
Regula Rytz ha dichiarato di puntare al seggio di Cassis. Quante chance ha?
«Dopo le elezioni del 20 ottobre le sue chance (e quelle dei Verdi) sono cresciute. Io direi che ha un 50% di possibilità».
Può quindi riuscirci?
«Molto dipenderà dal PPD. Dovrà decidere da che parte stare anche per difendere il proprio seggio. Vi sono tre argomenti per cui il PPD potrebbe schierarsi a fianco dei Verdi. Il primo è che l'alleanza PLR-UDC nel 2003 soffiò il secondo seggio ai popolari democratici».
E gli altri due motivi?
«Il PPD ha da poco perso due seggi al Consiglio degli Stati e questi sono finiti in mani liberali. Questo ha fatto arrabbiare diverse persone nel partito popolare democratico. Soprattutto la vicenda nel Canton Friborgo non è stata ben digerita da molti. Anche in Ticino, dove Filippo Lombardi ha dovuto cedere il proprio scranno a Marina Carobbio, ci sono state tensioni per il mancato pieno sostegno liberale al senatore PPD. E questo nonostante i due partiti avessero deciso di correre insieme per le federali».
Quali sono invece gli argomenti che potrebbero favorire Cassis?
«In primo luogo il PPD dovrebbe essere in grado di spiegare al proprio elettorato perché sostiene una candidatura verde al Consiglio federale. Un compito non semplice. In secondo luogo, sono pochi i casi di Consiglieri federali in carica che vengono cambiati. Nella storia è successo solo quattro volte (Ruth Metzler nel 2003 e Christoph Blocher nel 2007 i due più recenti). Terzo punto a favore di Cassis è che rappresenta la Svizzera italiana a Berna».
Cosa significherebbe per il Ticino perdere il proprio rappresentante?
«La regione linguistica italofona non è stata rappresentata in Consiglio federale dal 1999 al 2017. Nonostante i numerosi tentativi fatti in quel periodo. Se Cassis venisse escluso ora, dopo solo due anni, non sarebbe un bel segnale nei confronti del Ticino. La rivendicazione che tutte le regioni linguistiche debbano avere un posto nel Governo federale è legittima. Ma allo stesso tempo non bisogna darci tanto peso. Ad esempio molti zurighesi e molti svizzero tedeschi non si sentono rappresentati da Ueli Maurer. Il profilo politico è la cosa più importante. Nell'eventualità che Cassis fosse escluso, non mi aspetto comunque una rivolta in Ticino».
Il capogruppo democentrista al Nazionale Thomas Aeschi propone che sia Simonetta Sommaruga a lasciare il proprio posto a Rytz. Come vede questo scenario?
«I Verdi non attaccheranno mai un seggio socialista. Sono alleati politici. Inoltre il PS è reduce da un'ottima tornata elettorale».