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SVIZZERAParmelin sulla libera circolazione: «Ci sono più vantaggi che svantaggi»

03.07.19 - 14:41
Il consigliere federale si smarca dal suo partito, che attraverso l'iniziativa "per un'immigrazione moderata" auspica la revoca della libera circolazione di cittadini stranieri
Keystone (archivio)
Parmelin sulla libera circolazione: «Ci sono più vantaggi che svantaggi»
Il consigliere federale si smarca dal suo partito, che attraverso l'iniziativa "per un'immigrazione moderata" auspica la revoca della libera circolazione di cittadini stranieri

GINEVRA - La libera circolazione delle persone fra Svizzera e Ue comporta vantaggi e svantaggi, ma secondo i diversi studi che sono stati pubblicati i primi sono chiaramente superiori ai secondi: lo afferma il consigliere federale Guy Parmelin, esponente dell'UDC, partito che attraverso la sua iniziativa per un'immigrazione moderata auspica la revoca della libera circolazione di cittadini stranieri.

«Ci attendono due scadenze, l'iniziativa popolare e la prospettiva di un accordo istituzionale», afferma il capo del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) in un'intervista pubblicata oggi da Le Temps. «Non è mai stata messa in discussione una rottura di tutti gli accordi. Ogni passo è sancito da un voto. Alla fine, in Svizzera, è sempre il popolo che decide».

In relazione all'accordo quadro, Parmelin ricorda che il Consiglio federale ha preso posizione il 7 giugno. Devono essere ancora chiarificati tre punti: «una volta che questo sarà fatto andremo avanti». «Constato però che da parte di Bruxelles si è impazienti», prosegue il 60enne. Il governo deplora anche la decisione dell'Ue di non mantenere l'equivalenza borsistica.

Come evolverà il rapporto con l'Europa? «Rimaniamo in contatto con i nostri partner e speriamo sempre di trovare una soluzione che funzioni per entrambe le parti», osserva Parmelin. «Che l'Unione europea lo voglia o no, il popolo svizzero è presente al tavolo dei negoziati. Se l'accordo fallisce di fronte al popolo il danno sarà ancora maggiore». L'approccio elvetico è pure una garanzia di stabilità giuridica: «anche Bruxelles dovrebbe comprendere questo aspetto».

Il responsabile del DFER - dal primo gennaio 2019 - ha anche risposto a una domanda relativa a presunte tensioni con la Segreteria di stato dell'economia (Seco). «Sono stato accusato di aver dato ordini alla Seco: non è vero», afferma. «Naturalmente a volte succede che non siamo d'accordo. La Seco è una scatola delle idee. Parliamo e a volte dico di no. E in tal caso si esegue. Ma non interferirò con il suo lavoro», puntualizza il ministro, che dice di apprezzare molto la direttrice della Seco Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch.

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