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SVIZZERACrisi in Camerun, la Svizzera farà da mediatore

27.06.19 - 14:12
Dall'altro ieri e fino ad oggi si è tenuto nella Confederazione un incontro preparatorio con vari gruppi d'opposizione del Paese africano
Keystone
Il capo del DFAE Ignazio Cassis
Il capo del DFAE Ignazio Cassis
Crisi in Camerun, la Svizzera farà da mediatore
Dall'altro ieri e fino ad oggi si è tenuto nella Confederazione un incontro preparatorio con vari gruppi d'opposizione del Paese africano

BERNA - Su richiesta delle parti la Svizzera ha assunto il ruolo di mediatrice nella crisi in corso nel Camerun nordoccidentale e sudoccidentale. Dall'altro ieri e fino ad oggi si è tenuto nella Confederazione un incontro preparatorio con vari gruppi d'opposizione del Paese africano.

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) si impegna, insieme al Centro per il dialogo umanitario (HD Centre), a trovare una soluzione negoziata, pacifica e duratura alla crisi, si legge in una nota odierna.

Gli incontri su suolo elvetico avevano lo scopo di preparare i futuri negoziati di pace tra il governo camerunese e l'opposizione politica. Il DFAE segue con preoccupazione il persistere della violenza nelle regioni nordoccidentali e sudoccidentali del Camerun, che colpisce in modo particolare la popolazione civile.

Lo strumento utilizzato dalla Svizzera è quello della cosiddetta facilitazione, che permette di stabilire contatti e mettere a disposizione canali di comunicazione. Offre inoltre i buoni uffici a tutte le parti interessate e si attiene ai principi della neutralità rigorosa e della discrezione. L'avanzare della mediazione non viene commentato, per evitare di mettere in pericolo il processo.

La situazione in Camerun - Il Camerun è diviso come retaggio del colonialismo tra la regione francofona, la più estesa, e quella anglofona, circa il 20% della popolazione. I separatisti di lingua inglese nelle regioni del nordovest e del sudovest parlano di anni di emarginazione da parte del governo francofono del Paese, e il presidente Paul Biya, al potere dal 1982, ha bollato i separatisti come terroristi.

Secondo dati recenti resi noti nel corso di una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, nello Stato africano 4,3 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria, una quota in crescita del 30% rispetto allo scorso anno.

Il Paese è inoltre spesso alle prese con flussi migratori provenienti dalla Nigeria, a causa delle persone in fuga dal gruppo terroristico Boko Haram. La situazione si era fatta particolarmente problematica in gennaio, quando 30'000 persone erano scappate in un solo fine settimana dalla città di Rann (stato del Borno, nell'estremo nord-est della Nigeria) per entrare nel settentrione del Camerun.

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