La Commissione europea ha discusso oggi delle relazioni tra la Svizzera e l'UE. Il vicepresidente: «La nostra porta rimane aperta»
BERNA - La Commissione europea ha costatato oggi «una mancanza di progressi» con Berna in merito all'accordo istituzionale. Non vi è alcuna necessità immediata di prendere una decisione, ha dichiarato il vicepresidente Maros Sefcovic. L'equivalenza per la Borsa svizzera molto probabilmente non sarà prorogata.
Interrogato da un giornalista, il vicepresidente della Commissione europea ha dichiarato che l'equivalenza scadrà automaticamente il 30 giugno, a meno che Bruxelles «decida esplicitamente il contrario». «Penso che sia una dichiarazione molto, molto, molto chiara», ha aggiunto.
La Commissione europea, il presidente Jean-Claude Juncker e il commissario europeo Johannes Hahn hanno fatto tutto il possibile per raggiungere un risultato. Sefcovic ha sottolineato che ci sono state «innumerevoli e innumerevoli trattative» con Berna. Juncker ha parlato personalmente 23 volte con quattro presidenti svizzeri, ci sono stati 32 cicli di negoziati e il commissario europeo Hahn, responsabile della politica di vicinato e dei negoziati per l'allargamento, ha perso il conto degli incontri con i rappresentanti elvetici, ha detto aggiungendo: «abbiamo fatto del nostro meglio».
Le porte della Commissione europea comunque rimarranno aperte fino alla fine del suo mandato, ha assicurato Sefcovic. Il mandato dell'attuale Commissione scade ufficialmente il 31 ottobre.
Esattamente una settimana fa, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker si era detto pronto a fornire «chiarimenti» sull'accordo quadro istituzionale, a seguito della richiesta svizzera. Ma aveva indicato che la richiesta di precisazioni doveva giungere entro oggi, 18 giugno, data della riunione della Commissione europea.
Non è ancora troppo tardi per estendere l'equivalenza borsistica. Secondo le informazioni fornite dalla Commissione, gli Stati membri potrebbero prendere una decisione entro cinque giorni, ma hanno bisogno di una raccomandazione positiva da parte dell'esecutivo Ue.
Nel dicembre 2017 l'Unione europea ha concesso per la prima volta alla Borsa svizzera l'equivalenza tecnica per un periodo di tempo limitato. Bruxelles ha legato la proroga all'avanzamento dei negoziati sull'accordo quadro tra la Svizzera e l'UE. Nel 2018 la Commissione europea aveva nuovamente prolungato tale equivalenza fino alla fine di giugno 2019.
Il Consiglio federale nel frattempo ha deciso di introdurre un nuovo obbligo di riconoscimento per le piazze commerciali estere, nel caso l'equivalenza concessa dall'Ue dovesse scadere.