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ZUGOCaso Beat Villiger, scagionati due procuratori

08.05.19 - 11:26
Non hanno oltrepassato il loro potere discrezionale. Non vi è stato neppure un trattamento preferenziale o un abuso d'ufficio e nemmeno intenzionalità
Keystone - foto d'archivio
Caso Beat Villiger, scagionati due procuratori
Non hanno oltrepassato il loro potere discrezionale. Non vi è stato neppure un trattamento preferenziale o un abuso d'ufficio e nemmeno intenzionalità

ZUGO - Due procuratori lucernesi sono stati scagionati dai sospetti di favoreggiamento e abuso d'autorità in relazione all'archiviazione di un procedimento che riguardava il consigliere di Stato PPD del canton Zugo Beat Villiger. L'abbandono del procedimento nei loro confronti è stato deciso da due procuratori straordinari zurighesi.

La vicenda è legata a uno scandalo diventato di dominio pubblico in occasione delle elezioni cantonali di Zugo dello scorso 7 ottobre, nelle quali il 61enne Beat Villiger è stato rieletto per il suo quarto mandato in consiglio di Stato.

Una settimana prima del voto, la testata online Republik aveva reso noto che il politico del PPD era stato indagato nel 2017 nel canton Lucerna per sospetta falsità in documenti. Il procedimento penale era già stato archiviato, ma il giorno delle elezioni Villiger ha dovuto ammettere in un'intervista di aver prestato la propria auto ad una ex amante sprovvista di patente e di avere avuto da quella relazione extraconiugale una figlia nata nel 2012.

Il Ministero pubblico lucernese ha in seguito avviato un'inchiesta - non ancora terminata - per cercare di far luce sulla fuga di notizie. In seguito alla denuncia presentata da un privato il Tribunale cantonale di Lucerna aveva inoltre deciso di affidare a due inquirenti zurighesi - il procuratore Ulrich Weder e il procuratore generale Andreas Eckert - un'indagine preliminare per verificare i rimproveri mossi ai due magistrati lucernesi.

Nel loro decreto di abbandono, i procuratori zurighesi arrivano alla conclusione che i "colleghi" lucernesi non hanno oltrepassato il loro potere discrezionale. Non vi è stato neppure un trattamento preferenziale o un abuso d'ufficio e nemmeno intenzionalità, visto che i due inquirenti hanno agito in piena indipendenza l'uno dall'altro.

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