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BERNAPerequazione, ok alla riforma

07.05.19 - 19:51
Il progetto permetterà alla Confederazione di risparmiare 280 milioni di franchi all'anno dal 2022
Keystone
Perequazione, ok alla riforma
Il progetto permetterà alla Confederazione di risparmiare 280 milioni di franchi all'anno dal 2022

BERNA - Il laborioso compromesso raggiunto in merito alla modifica della perequazione finanziaria, che prevede minori contributi da parte dei Cantoni "ricchi", ossia ad alto potenziale di risorse, a quelli "poveri", ha superato oggi anche lo scoglio del Consiglio nazionale senza venir ritoccato nei suoi aspetti centrali, così come chiedeva il Consiglio federale e deciso dagli Stati già nel dicembre scorso.

Al voto finale, il dossier è stato approvato con 183 voti a 3 e 5 astenuti. Tutti i tentativi di modificare la legge nei punti cruciali del progetto è fallito, in particolare il tentativo dei cantoni di montagna di ottenere maggiori mezzi per i rispettivi aggravi geotopografici, ossia ai costi propri delle regioni periferiche.

Il dossier ritorna alla Camera dei cantoni, dal momento che il Nazionale ha deciso di voler coordinare questa riforma con quella sulla fiscalità delle imprese.

L'attuale perequazione, è stato più volte ripetuto in aula, è un importante strumento di coesione nazionale, volto a mantenere un certo equilibrio tra i Cantoni finanziariamente più forti e quelli meno forti. L'architettura di base del sistema funziona bene, ma nel corso degli anni sono emersi problemi che la modifica della legge intende correggere.

In particolare, i cosiddetti Cantoni "ricchi", specie urbani, si sono lamentati per gli aggravi sociodemografici, i cui costi a loro avviso non sono presi in sufficiente considerazione dal modello attuale. Non è un caso che tra i Cantoni dettisi contrari al progetto siano stati il Giura e il Vallese.

Punto centrale della riforma è l'aumento all'86,5% della dotazione minima di risorse garantita ai Cantoni. Tutti i tentativi esperiti in aula per modificare questa percentuale, abbassandola o alzandola, sono naufragati. Tale cifra è superiore all'obiettivo attuale dell'85%, ma minore del livello reale raggiunto.

L'obiettivo della dotazione minima di risorse pro capite è stato nettamente superato da tutti i Cantoni: il Giura, Cantone finanziariamente più debole, ha raggiunto nel 2018 un indice dell'88,3%.

L'aumento dell'obiettivo minimo avrà però come conseguenza una riduzione di circa 220 milioni dei versamenti destinati ai "Cantoni poveri". Quelli con maggiori risorse dovrebbero invece risparmiare mezzo miliardo di franchi.

La riforma adottata prevede anche di portare il contributo federale alla perequazione delle risorse dal 147% al 150% del totale versato dai Cantoni. Ciò corrisponde al massimo previsto dalla Costituzione. La spesa per la Confederazione aumenterà di 20 milioni di franchi.

Altro cambiamento: gli importi versati dalla Confederazione e dai Cantoni "ricchi" a quelli "poveri" dovrebbero essere calcolati annualmente, e non più ogni quattro anni. Così l'importo compensativo seguirà l'evoluzione effettiva delle disparità tra i Cantoni.

Cantoni montagna, attacco respinto - La riforma permetterà alla Confederazione di risparmiare 280 milioni di franchi all'anno dal 2022. Il progetto accolto oggi prevede di destinare la metà di questo importo - 140 milioni - alla compensazione dei costi sociodemografici sostenuti dai centri urbani. Il relativo fondo è attualmente considerato da molti come sottodotato.

La maggioranza della commissione preparatoria del Nazionale, sensibile alle richieste delle regioni periferiche, proponeva di distribuire equamente questi 140 milioni: metà quale compensazione degli oneri sociodemografici e l'altra metà per quelli geotopografici.

Il tentativo dei cantoni di montagna, complice anche il timore di far fallire un compromesso raggiunto a fatica, è stato però rintuzzato. Per 158 voti a 22 e 8 astenuti, la Camera ha seguito una proposta di minoranza di Mattea Meyer (PS/ZH), che chiedeva al plenum di seguire su questo punto il Consiglio federale e il Consiglio degli Stati.

Per il consigliere federale Ueli Maurer, il rapporto 2016 sull'efficacia della perequazione finanziaria, sistema in vigore da una decina d'anni, ha messo in luce problemi a livello di aggravi sociodemografici, specie per i Cantoni popolosi con centri urbani importanti.

Per il ministro delle finanze non si tratta di fare uno sgarbo alle zone di montagna, bensì di rimediare a uno squilibrio esistente nell'attuale sistema. Dopotutto, ha fatto notare il ministro democentrista, per le regioni periferiche esistono già strumenti specifici di aiuto, come la politica regionale o l'aumento del sostegno finanziario a favore del turismo di montagna.

Va fatto notare, che i rimanenti 140 milioni dell'importo risparmiato dalla Confederazione andrà ai Cantoni "poveri" per attenuare temporaneamente le perdite legate al cambiamento di sistema.

Nessun vincolo per Cantoni - Altri tentativi di modificare il disegno di legge sono parimenti falliti. La sinistra, per esempio, avrebbe voluto mantenere nella lista degli indici riguardanti gli aggravi sociodemografici criteri quali il numero di disoccupati, il numero di tossicodipendenti e di adolescenti con particolari bisogni di formazione.

Al voto, questa proposta è stata respinta. Il consigliere federale Ueli Maurer ha spiegato che questi criteri sono stati stralciati dalla legge poiché mai applicati in passato, causa l'assenza di statistiche affidabili.

Il plenum ha poi anche detto di no a un'altra proposta della sinistra che voleva vincolare i contributi ai Cantoni a un maggior impegno di quest'ultimi nel contrasto alla povertà, specie delle famiglie con prole. La maggioranza non ha tuttavia considerato necessario interferire nell'autonomia dei Cantoni; quest'ultimi devono rimanere liberi di fare ciò che vogliono con i denari ricevuti.

Coordinare con riforma fiscale - Diversamente dal Consiglio degli Stati, il Nazionale ha deciso di coordinare questa riforma con quella della fiscalità delle imprese. Quest'ultima, la riforma fiscale e il finanziamento dell'AVS (RFFA) su cui il popolo si esprime il 19 maggio, porterà anche a modifiche della perequazione finanziaria.

Con l'abolizione degli statuti fiscali speciali, gli utili delle multinazionali dovrebbero essere considerati al 100%. Alcuni Cantoni si ritroverebbero improvvisamente molto più "ricchi" sulla carta e sarebbero quindi chiamati a pagare di più. Peggio ancora, l'intero equilibrio del sistema ne risentirebbe.

Un nuovo metodo di calcolo eviterà questo fenomeno. Si terrà conto più dei redditi delle persone che degli utili aziendali, in quanto questi ultimi sono più mobili. Saranno presi in considerazione anche gli effetti dei "patent box", strumenti fiscali che consentono un'imposizione privilegiata degli utili generati dalla proprietà intellettuale.

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