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SVIZZERAL'UDC vuole basare la politica dei trasporti sull'economia

03.05.19 - 14:16
Il degrado delle condizioni del traffico stradale, che il partito attribuisce a una politica di breve termine di Verdi e socialisti, costituisce una minaccia per la prosperità del Paese
TiPress - foto d'archivio
L'UDC vuole basare la politica dei trasporti sull'economia
Il degrado delle condizioni del traffico stradale, che il partito attribuisce a una politica di breve termine di Verdi e socialisti, costituisce una minaccia per la prosperità del Paese

BERNA - La politica dei trasporti deve considerare prima di tutto i bisogni dell'economia poiché la prosperità della Svizzera si basa in buona parte sull'elevata mobilità e sull'eccellenza delle infrastrutture: è il messaggio centrale di un documento programmatico presentato oggi dall'UDC. I democentristi denunciano in particolare il peggioramento della situazione sulle strade.

«L'unico criterio da applicare in futuro è quello dell'economicità, dell'urgenza e della effettiva domanda degli utilizzatori dei vari vettori di trasporto», ha affermato in una conferenza stampa a Berna, stando al discorso scritto, il consigliere nazionale Adrian Amstutz (BE), che è anche il presidente dell'Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG).

Attualmente il 75% del traffico in Svizzera è assorbito dalla strada, si legge nel documento intitolato "Combattere le colonne, le misure d'intralcio e l'aumento delle tasse nel traffico stradale". Secondo previsioni dell'Ufficio federale dello sviluppo territoriale, citate dall'UDC nel suo rapporto, la quota sarà del 70% nel 2040. Ma questo non ha impedito che da vari decenni la Confederazione abbia investito soprattutto nella ferrovia, deplorano i democentristi. Con quali risultati? Nel 2017 in Svizzera si sono contate poco meno di 26'000 ore di code, il doppio rispetto al 2009.

Il degrado delle condizioni del traffico stradale, che l'UDC attribuisce a una politica di breve termine di Verdi e socialisti, costituisce una minaccia per la prosperità del Paese. Da un lato ecologisti e sinistra vogliono frontiere aperte e immigrazione di massa, dall'altra non sono disposti ad adattare le infrastrutture di trasporto alla rapida crescita della popolazione compromettendo anche lo sviluppo economico, scrive il partito. Per l'UDC non c'è dubbio: è assolutamente urgente eliminare i colli di bottiglia e, più in generale, adeguare le capacità della rete stradale alla forte domanda.

È inaccettabile che quale contropartita ai miliardi di franchi che versano a Confederazione e Cantoni, gli automobilisti siano bloccati nelle colonne e subiscano ogni sorta di intralcio, come multe eccessivamente salate, la soppressione di posteggi e infondate riduzioni di velocità, ha detto, sempre stando al suo intervento scritto, il presidente dell'UDC e consigliere nazionale Albert Rösti (BE), che ha ricordato gli aumenti o la minaccia di aumenti dell'imposta sugli oli minerali, del contrassegno autostradale e della tassa sul CO2 per i carburanti.

I democentristi ribadiscono inoltre la loro opposizione all'utilizzazione del Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato (FOSTRA) per il trasporto pubblico e il traffico lento, come le vie ciclabili. Il partito si dice aperto alle nuove modalità di propulsione, in particolare ai veicoli elettrici. Vuole tuttavia che sia «il mercato a decidere» e si oppone quindi a sovvenzioni. Chiede anche di mettere fine al «finanziamento trasversale della ferrovia» con tasse versate da automobilisti e motociclisti. Il trasporto pubblico su rotaia deve raggiungere «un grado di autofinanziamento più elevato».

L'UDC auspica anche una maggiore concorrenza sulla rete ferroviaria, ad esempio assegnando linee a società private come la bernese BLS e la Schweizerische Südostbahn (SOB), con sede a San Gallo. L'obiettivo non è quello di ridurre i prezzi dei biglietti, ma di consentire un confronto dei costi di gestione e di esercitare una pressione su quelli delle FFS.

In merito al trasferimento del traffico pesante dalla gomma alla rotaia, i democentristi chiedono che Germania e Italia realizzino finalmente le vie d'accesso alle trasversali alpine, ma che la Svizzera «si astenga da un cofinanziamento di queste opere». L'UDC vuole pure che la galleria di base del Lötschberg (BE/VS) sia completata con la posa di un doppio binario sull'insieme del tunnel.

Il documento programmatico rivendica anche miglioramenti nelle condizioni quadro per l'aviazione, che come la strada è confrontata a colli di bottiglia. Gli slot (periodi di tempo entro i quali un aeromobile può decollare) dell'aeroporto di Zurigo sono completamente venduti nelle ore di punta. Più in generale gli aeroporti svizzeri già oggi faticano a integrare nei loro orari nuovi collegamenti a lunga distanza. Grandi scali vicini come Francoforte e Monaco, in Germania, sono in fase di ristrutturazione, ma in Svizzera non avviene nulla di paragonabile, ha dichiarato il consigliere nazionale Thomas Hurter (SH), che presiede Aerosuisse, l'organizzazione che fa gli interessi della navigazione aerea e spaziale elvetica.

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