Cerca e trova immobili

SVIZZERAMeno Paesi sostenuti, maggior efficacia degli aiuti

02.05.19 - 13:56
È la strategia della Confederazione per il periodo 2021-2024 presentata oggi ai media dal consigliere federale Ignazio Cassis. Berna prevede un budget di 11,37 miliardi di franchi
Keystone
Meno Paesi sostenuti, maggior efficacia degli aiuti
È la strategia della Confederazione per il periodo 2021-2024 presentata oggi ai media dal consigliere federale Ignazio Cassis. Berna prevede un budget di 11,37 miliardi di franchi

BERNA - Concentrare l'aiuto allo sviluppo su un minor numero di Paesi per moltiplicarne l'impatto. È la strategia della Confederazione per il periodo 2021-2024 presentata oggi ai media dal consigliere federale Ignazio Cassis e inviata in consultazione alle parti interessate fino al 23 di agosto.

Per il lasso di tempo previsto, Berna prevede un budget di 11,37 miliardi di franchi, circa 80 centesimi per persona al giorno. Si tratta di poco più degli 11,11 miliardi disponibili per il periodo in corso.

Già lo scorso autunno il Consiglio federale aveva deciso in merito all'orientamento generale della cooperazione internazionale per i prossimi anni. Dopo aver elaborato la strategia, ora i dipartimenti degli affari esteri e dell'economia (DFAE e DEFR) hanno deciso di lanciare una consultazione, la prima del genere.

«Con questa iniziativa - ha dichiarato ai media il ministro degli esteri Cassis - vogliamo favorire un ampio dibattito, ma anche renderci conto di che cosa ci si attende da noi».

Secondo il rapporto sottoposto oggi ai media, la spesa per l'aiuto allo sviluppo ammonterà probabilmente a circa lo 0,45% del Reddito nazionale lordo. Nel 2011, il Parlamento aveva auspicato una quota maggiore, pari allo 0,5% del RND, un obiettivo che non verrà raggiunto nei prossimi anni. L'OCSE ha di recente invitato il Consiglio federale a mantenere le promesse del 2011.

Alla domanda sul perché la Confederazione non abbia previsto un finanziamento maggiore, Cassis ha risposto che il Parlamento potrà decidere di innalzare o diminuire i mezzi finanziari. «Si tratterà di un dibattito politico», ha aggiunto il consigliere federale ticinese del PLR.

Focus geografico - Dal punto di vista geografico, la Svizzera intende concentrarsi su quattro regioni chiave: Nord Africa e Medio Oriente, Africa subsahariana, Asia centrale, meridionale e sudorientale nonché Europa orientale. In un raffronto internazionale, la Confederazione è ora presente in molti Paesi. Vi è il rischio insomma di una certa dispersione e, di conseguenza, che il denaro non venga impiegato nel modo più appropriato. Il ritiro da alcune zone è dovuto anche al fatto che in diversi Paesi la situazione generale è migliorata.

La Svizzera intende ritirarsi gradualmente dall'America latina. Il Dipartimento dell'economia continuerà però ad essere attivo in alcuni paesi emergenti di quest'area in cui la Svizzera ha interessi economici. Come ha spiegato il capo della Direzione dello sviluppo e della cooperazione, Manuel Sager, in caso di eventi eccezionali, come un terremoto, si continuerà in ogni caso ad intervenire dappertutto.

Il numero dei Paesi prioritari della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) dovrà quindi essere ridotto da 46 a 34. Bolivia, Haiti, Honduras, Cuba, Nicaragua, Swaziland, Lesotho, Malawi, Zambia, Mongolia, Pakistan e Azerbaigian sono interessati dal ritiro.

Più risorse contro cambiamento climatico - I criteri per un impegno sono, nell'ordine, i bisogni della popolazione locale, gli interessi della Svizzera e il valore aggiunto fornito dall'aiuto elvetico nel raffronto internazionale. I migliori risultati sono stati raggiunti all'intersezione di questi tre criteri, si legge nel documento.

Le priorità tematiche sono la creazione di posti di lavoro, la lotta contro il cambiamento climatico e le cause dell'immigrazione irregolare e forzata, nonché l'impegno per la pace e lo Stato di diritto.

Per quanto riguarda il cambiamento climatico, il rapporto afferma che entro il 2050, 143 milioni di persone rischiano di trasformarsi in migranti per motivi ambientali. I fondi destinati a questa problematica saranno aumentati dai 300 milioni attuali a 350 milioni all'anno. Contemporaneamente, la Svizzera intende impegnarsi maggiormente per convincere il settore privato ad investire in progetti rispettosi del clima nei Paesi in via di sviluppo.

Legame con la politica migratoria - Il DFAE e il DEFR intendono inoltre rafforzare il legame strategico tra aiuto allo sviluppo e politica migratoria, in particolare combattendo le cause che spingono le persone ad andarsene dal Paese natio. Per progetti specifici in quest'ambito sono previsti 60 milioni.

Negli ultimi anni il mondo politico ha chiesto con sempre maggior insistenza di condizionare gli aiuti al problema della migrazione. Tuttavia, la Confederazione rifiuta di legare troppo strettamente questi due ambiti. Ciò significa che l'aiuto allo sviluppo non sarà per forza interrotto se, ad esempio, un paese dovesse rifiutarsi di riprendere i propri richiedenti asilo respinti.

Per il DFAE e il DEFR, far leva sull'aiuto allo sviluppo non è un mezzo adeguato per esercitare pressioni. L'esperienza ha dimostrato in passato che ciò raramente produce l'effetto desiderato. Insomma, le minacce sono spesso controproducenti. Inoltre, l'aiuto allo sviluppo è in primis destinato alla popolazione bisognosa di soccorso.

Ogni quattro anni - Il Consiglio federale intende presentare il messaggio al Parlamento all'inizio del 2020. Ogni quattro anni, le Camere stabiliscono i fondi destinati alla cooperazione internazionale sotto forma di diversi crediti quadro. Gli stanziamenti esatti sono determinati annualmente nell'ambito del preventivo.

Degli 11,37 miliardi per gli anni dal 2021 al 2024, circa 6,7 miliardi dovrebbero andare alla cooperazione bilaterale e multilaterale allo sviluppo. 2,2 miliardi sono previsti invece per l'aiuto umanitario, 1,2 miliardi per la cooperazione a livello economico e un miliardo alla cooperazione con i paesi dell'Est. A ciò si aggiunge un credito su quattro anni per la pace e la sicurezza umana di circa 260 milioni.

 
 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

LAMIA 4 anni fa su tio
On Cassis ...... e i problemi del Ticino con la Fallitalia quando li affrontiamo?
NOTIZIE PIÙ LETTE