All'interno del pacchetto in discussione dell'Ue c'è la questione della libera circolazione e per la Svizzera potrebbero cambiare diverse cose. Tra queste anche l'espulsione dei criminali stranieri
BERNA - La libera circolazione delle persone è uno dei punti-cardine – nonché uno dei più controversi – all'interno dell'attuale accordo quadro con l'Unione europea. Non è escluso, infatti, che Bruxelles voglia che anche la Svizzera la applichi in toto.
Dovesse succedere: i cittadini Ue potrebbero soggiornare senza limiti sul suolo elvetico e, dopo un anno, potrebbero usufruire anche dell'assistenza. Non da ultimo verrebbe a cadere anche la possibilità di espulsione dai confini confederati di chi è si è macchiato di crimini gravi.
Un'eventualità, quella dipinta qui sopra, che è stata confermata in parlamento lunedì dallo stesso ministro della giustizia Karin Keller-Sutter, che ha puntualizzato come l'espatrio potrebbe essere possibile: «Solo in presenza di convincenti ragioni di sicurezza pubblica».
Stando a un documento interno della Segreteria di stato per la migrazione (Sem), si tratterebbe di una modifica che è in evidente contraddizione con l'articolo sull'espulsione della Costituzione svizzera.
Benché l'attuale accordo di libera circolazione protegga già in certa misura i cittadini Ue dall'espulsione, nel 2017 sono stati in 280 a venire rimandati. Solo 25 avevano un permesso di soggiorno, gli altri erano turisti del crimine che si trovavano in Svizzera illegalmente.
«L'Ue, ormai ci è chiaro, vuole che tutti i cittadini siano uguali», spiega Thomas Aeschi (Udc), «se la Svizzera dovesse adottare questa direttiva sulla cittadinanza potremmo espellere forse solo i terroristi».
Secondo il socialista Fabian Molina si tratta di discussioni «da campagna elettorale», ribadendo: «Con o senza accordo quadro, questo delle espulsioni è un argomento che dovrà essere discusso con l'Ue».