Cerca e trova immobili

SVIZZERAL'obbligo di autorizzazione per oratori stranieri «non va reintrodotto»

13.02.19 - 11:10
La Legge, abrogata nel 1998, era stata riproposta da una mozione del consigliere nazionale Daniel Fässler: «Avevano garantito la quiete nel nostro Paese in questo settore»
Keystone
La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati ha rispedito al mittente la richiesta del Senatore.
La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati ha rispedito al mittente la richiesta del Senatore.
L'obbligo di autorizzazione per oratori stranieri «non va reintrodotto»
La Legge, abrogata nel 1998, era stata riproposta da una mozione del consigliere nazionale Daniel Fässler: «Avevano garantito la quiete nel nostro Paese in questo settore»

BERNA - L'obbligo di autorizzazione per la partecipazione di oratori stranieri a manifestazioni politiche in Svizzera, abrogato nel 1998, non va reintrodotto. È quanto ha deciso per 6 voti a 4 e un astenuto la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati (CIP-S).

Il 19 settembre scorso, il Consiglio nazionale si era pronunciato a favore della mozione del consigliere nazionale Daniel Fässler (PPD/AI) per 90 voti a 85 e 3 astenuti. Secondo Fässler, le disposizioni abrogate avevano dato buona prova per decenni, garantendo la quiete nel nostro Paese in questo settore.

A suo avviso, la dimostrazione di decine di migliaia di sostenitori del presidente turco Recep Tayyip Erdogan nel 2016 a Colonia e l'intenzione degli organizzatori di dare la parola a politici turchi ha suscitato scalpore nell'opinione pubblica tedesca.

Queste comparse sono poi state proibite con una sentenza della Corte costituzionale federale. Secondo l'autore della mozione, la Svizzera farebbe bene a premunirsi contro tali situazioni tornando a vietare i discorsi di oratori politici stranieri a manifestazioni politiche.

Per la CIP-S, invece, un divieto è sproporzionato. Per la maggioranza della CIP-S, precisa una nota odierna dei servizi parlamentari, le autorità dispongono già di mezzi legali a sufficienza, per esempio a livello di diritto degli stranieri, per impedire a stranieri non residenti di pronunciarsi in pubblico quando è in gioco la sicurezza interna ed esterna del Paese. Un divieto generalizzato, come quello proposto dalla mozione, rappresenterebbe una restrizione esagerata della libertà di espressione.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Galium 5 anni fa su tio
La CIP-S ha ragione. Siamo in un paese democratico dove la libertà di opinione non può essere limitata, se non in situazioni molto particolari
NOTIZIE PIÙ LETTE