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SVIZZERAReferendum sulle armi, gli ufficiali si dividono

08.02.19 - 12:19
I Verdi liberali hanno lanciato un comitato di favorevoli, che si distanzia dalla posizione adottata pochi giorni fa dalla Società svizzera degli ufficiali
Keystone
Referendum sulle armi, gli ufficiali si dividono
I Verdi liberali hanno lanciato un comitato di favorevoli, che si distanzia dalla posizione adottata pochi giorni fa dalla Società svizzera degli ufficiali

BERNA - Non tutti i quadri dell'esercito sono contrari all'inasprimento della legislazione sulle armi automatiche, in votazione il prossimo 19 maggio. I Verdi liberali hanno lanciato un comitato di favorevoli, che si distanzia dalla posizione adottata pochi giorni fa dalla Società svizzera degli ufficiali (SSU).

All'origine della decisione ci sono l'ufficiale e vicepresidente del partito, Pascal Vuichard, e il candidato al Consiglio di Stato lucernese Roland Fisher, ufficiale fuori servizio.

«Gli accordi di Schengen e Dublino sono elementi centrali del percorso bilaterale», scrivono i due in una dichiarazione diffusa oggi. Un "no" al Decreto federale che traspone nella legislazione elvetica il nuovo diritto europeo sulle armi li metterebbe in pericolo, con «conseguenze di vasta portata» per la Svizzera.

Un buon rapporto con Bruxelles è essenziale soprattutto dal punto di vista della sicurezza, proseguono i due esponenti Verdi liberali, rilevando come Berna abbia modificato la direttiva UE sulle armi nel diritto svizzero con grande attenzione e pragmatismo.

L'UE ha inasprito la legislazione in materia di armi nei suoi Stati membri in seguito agli attentati di Parigi del novembre 2015. Le modifiche comprendono il miglioramento dello scambio di informazioni, la riduzione del traffico illecito e la limitazione dell'accesso ad armi particolarmente pericolose.

La Svizzera, in quanto associata allo spazio Schengen, ha ripreso le normative con una decisione del parlamento avvenuta lo scorso settembre. L'UDC e varie associazioni di tiro hanno lanciato con successo un referendum. Oltre a non migliorare la sicurezza, a loro avviso le nuove restrizioni nel possesso di armi metterebbero in pericolo la tradizione elvetica del tiro.

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COMMENTI
 

Galium 5 anni fa su tio
Grazie al cielo non siamo in certi paesi autoritari dove l'esercito la fa da padrone e mette il becco in questioni che non lo riguardano, tipo sicurezza interna (legge sulle armi) e politica estera.

Galium 5 anni fa su tio
I miei complimenti a questi coraggiosi ufficiali che hanno avuto il coraggio di distanziarsi da posizioni retrograde. Per fortuna siamo in democrazia. Se così non fosse avrebbero corso rischi pesantissimi.

Equalizer 5 anni fa su tio
Risposta a Galium
Se siamo veramente in una democrazia lo vedremo solo dopo le votazioni, quando il SÌ al referendum vincerà, allora vedremo se siamo in una democrazia o nella Banana Republic of Switzerland.

Danny50 5 anni fa su tio
Anche nell’armata abbiamo mele marce vendute all’UE. Questi dovrebbero essere semplicemente cacciati perché non siamo in tempo di guerra dove avrebbe prevalso la pena massima per alto tradimento.

Galium 5 anni fa su tio
Le regole europee vanno adottate, alla faccia di certe discutibili tradizioni che peraltro non verrebbero toccate più di tanto

Equalizer 5 anni fa su tio
Ma qualcuno si è mai accorto che pur essendoci una legge europea sulle armi, ogni nazione in Europa fa ciò che ritiene meglio in base alle proprie esperienze? Quindi noi che non siamo UE perchè mai dovremmo adottarla alla lettera se nemmeno i membri lo fanno? La risposta è semplice noi andiamo per la nostra strada basta intromissioni di terzi e leccaggini varie praticate dai nostri politici, si vota e il risultato che ne uscirà farà stato.
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