
BERNA - Lanciare un'iniziativa per la ricostruzione economica del Medio Oriente coinvolgendo i Paesi confinanti con la Svizzera. È quanto propone il ministro degli esteri Ignazio Cassis, in modo da creare delle prospettive concrete in una regione dove attualmente non si assiste ad alcun progresso sul piano politico.
«Il processo di pace dell'Onu è in fase di stallo», ritiene il consigliere federale in un'intervista pubblicata oggi dalla NZZ am Sonntag, proponendo di «adottate misure concrete per creare prospettive economiche, ad esempio sostenendo le start-up». I giovani - prosegue - «non devono concentrarsi su chi è il loro avversario, ma su come accrescere la loro prosperità».
Malgrado il suo impegno e i suoi buoni uffici, da sola la Svizzera può tuttavia ben poco, ammette Cassis, che intende coinvolgere altri Paesi. «Ne ho parlato al WEF con il ministro degli esteri austriaco e ne discuteremo più approfonditamente la prossima settimana durante la sua visita a Berna. Ne ho già discusso anche con il ministro degli esteri tedesco. La situazione nella regione è stata anche oggetto di un precedente incontro con il ministro degli esteri russo Lavrov», precisa il ticinese.
Non si tratta però di una sorta di Piano Marshall, ma un progetto «che possa sostenere l'economia del Medio Oriente», puntualizza il consigliere federale.
Nell'intervista Cassis parla anche delle difficoltà a cui si va in contro trattando con Paesi di cultura molto diversa dalla nostra, come la Cina o quelli appartenenti al mondo arabo. In questo caso «bisogna considerare i diversi contesti», rileva. «I miei diplomatici mi raccomandano costantemente ciò che posso e non posso dire.» Sulla Cina in particolare, Cassis afferma che la situazione evolve, si muove forse di millimetri, ma si muove.
Comunque «possiamo, ad esempio, esigere che le questioni ambientali e del mercato del lavoro siano incluse quando facciamo affari con altri paesi», precisa. «Questo è il motivo per cui gli accordi di libero scambio di terza generazione includono sistematicamente capitoli legati all'ambiente e al sociale.»
Sul recente e contestato tweet scritto dopo una visita a una miniera di rame del gruppo Glencore in Zambia, usato dall'azienda per farsi pubblicità, in barba alle critiche di varie ong sulle condizioni di lavoro e sull'inquinamento, Cassis afferma che lo scriverebbe allo stesso modo. Nella miniera «non è ancora tutto perfetto, ma sta andando nella giusta direzione. Ho semplicemente espresso quanto ero sorpreso positivamente. Il resto lo hanno fatto i media».
Povero PLR, con un consigliere federale che vive in un limbo tutto suo.Non sarebbe ora di richiamarlo alla realtà?Ma come può un ministro svizzero proporre di ricostruire una economia in Medio Oriente , quando i relativi paesi sono sempre in uno stato de belligeranza accresciuta? Che tipo di influenza si immagina di poter esercitare su questi paesi, dove l'unico metodo di convincimento è la fornitura di miliardi in armi?Ci sono ben altri problemi che il nostro ministro dovrebbe finalmente affrontare.Il WEF sembra che lo abbia ulteriormente estraniato dalla realtà.