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SVIZZERA15mila firme contro il patto dell'ONU sulla migrazione

20.11.18 - 14:44
A detta dell'ASNI, che ha consegnato le firme, il governo vuole eludere il dibattito parlamentare o il voto popolare su un patto che limiterà i diritti di codecisione dell'elettorato
Keystone
15mila firme contro il patto dell'ONU sulla migrazione
A detta dell'ASNI, che ha consegnato le firme, il governo vuole eludere il dibattito parlamentare o il voto popolare su un patto che limiterà i diritti di codecisione dell'elettorato

BERNA - Il Consiglio federale dovrebbe decidere mercoledì sul da farsi per quanto riguarda il patto delle Nazioni Unite sulla migrazione. Nel frattempo, l'Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI) fa pressione affinché il documento non venga firmato.

L'ASNI ha infatti presentato oggi una petizione in tal senso alla Cancelleria federale munita di 15 mila firme. A suo avviso, il governo vuole eludere il dibattito parlamentare o il voto popolare su un patto che limiterà i diritti di codecisione dell'elettorato.

Il 10 ottobre il Consiglio federale ha annunciato che avrebbe firmato il documento elaborato tra l'altro grazie al sostegno attivo dell'ambasciatore svizzero all'ONU. Il patto deve essere formalmente approvato in occasione della conferenza internazionale che si terrà a Marrakech il 10 e 11 dicembre. Tuttavia, il ministro degli Esteri Ignazio Cassis ha recentemente ritenuto che questo passo potrebbe essere fatto in un secondo tempo.

Fronda internazionale e svizzera

Quasi tutti i Paesi hanno sostenuto il patto quando è stato approvato dall'Assemblea generale dell'ONU in luglio. Solo gli Stati Uniti si erano già dissociati. Nel frattempo hanno fatto altrettanto l'Ungheria, l'Austria, l'Australia e la Repubblica ceca. Anche la Polonia potrebbe allungare la lista dei Paesi refrattari.

In Svizzera, la fronda contro il patto è stata lanciata dall'UDC. Il partito giudica questo testo incompatibile con la gestione indipendente dell'immigrazione. A parere dei democentristi, il documento siglato in seno alle Nazioni Unite potrebbe avere la precedenza sul diritto svizzero.

Il dossier verrà comunque affrontato dal Parlamento nel corso dell'imminente sessione invernale. In diverse commissioni sono infatti emerse maggioranze per chiedere al Consiglio federale di rinunciare, almeno per il momento, ad apporre la propria firma. Hanno inoltre chiesto che il testo sia sottoposto al Parlamento, ed eventualmente sottoposto a referendum facoltativo.

Queste esigenze sono motivate dalle incertezze riguardanti le conseguenze politiche e giuridiche del documento. Il Consiglio degli Stati dovrebbe discuterne il 29 novembre, mentre il Consiglio nazionale il 6 dicembre.

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