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GINEVRA / BERNA«La Svizzera ratifichi la convenzione anti-tabacco»

03.10.18 - 12:19
Lo chiede una missiva, firmata da decine di ong internazionali, inviata al presidente della Confederazione Alain Berset
Keystone
«La Svizzera ratifichi la convenzione anti-tabacco»
Lo chiede una missiva, firmata da decine di ong internazionali, inviata al presidente della Confederazione Alain Berset

GINEVRA - La Svizzera deve ratificare la Convenzione per il controllo del tabacco (FCTC). E deve farlo immediatamente: è quanto chiedono decine di ong internazionali che, riunite oggi a Ginevra, hanno scritto una lettera aperta a tal proposito al presidente della Confederazione Alain Berset.

«Vogliamo esprimere la nostra profonda preoccupazione e disapprovazione per quello che sta succedendo in Svizzera in termini di controllo del tabacco», denunciano le organizzazioni. Questo prodotto, a loro avviso, costituisce un problema su scala globale con gravi conseguenze sulla salute pubblica, sui diritti dell'uomo e sullo sviluppo economico.

La missiva è già stata sottoscritta da un'ottantina di ong, ma la cifra dovrebbe ancora aumentare. Oltre una decina sono svizzere o hanno la propria sede nella Confederazione.

La Svizzera ha già firmato la convenzione, ma fa parte dei 13 Paesi che ancora non ha ratificato il testo. Per questo le ong accusano di «mancanza di solidarietà» una nazione «orgogliosa del proprio impegno umanitario».

Nel mirino viene messo anche il progetto preliminare della legge sul tabacco, in quanto non fissa come obiettivo una diminuzione reale della diffusione del fumo in Svizzera entro il 2060. Il Consiglio federale non sta onorando il suo mandato di protezione della salute della popolazione, affermano le organizzazioni.

Al governo viene anche rimproverato di violare i diritti umani, non rispettare gli obiettivi di sviluppo sostenibile e difendere l'industria del tabacco. Le ong aggiungono che, anche sul piano economico, questo settore ha effetti nefasti e, se Berna non vuole danneggiare la propria reputazione, non deve più avvantaggiarlo politicamente.

Recentemente, la numero uno del segretariato della FCTC, Vera Luiza da Costa e Silva, non aveva lesinato critiche alla Confederazione. Stando alla brasiliana, la posizione svizzera sul tema è «più una vergogna che un problema».

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