La costruzione dell'impianto è ritenuta troppo rischiosa per la reputazione elvetica secondo il Consiglio federale
BERNA - Ruag, la società controllata dalla Confederazione specializzata nell'armamento, rinuncia alla costruzione di un impianto di produzione di munizioni in Brasile. La decisione è caduta dopo che il Consiglio federale si è espresso contro l'operazione, ritenuta troppo rischiosa per la reputazione dell'azienda e della Svizzera.
Il governo, in qualità di azionista unico, ha reso noto oggi la propria posizione, rispondendo a una mozione di Priska Seiler Graf (PS/ZH) e a un'interpellanza di Angelo Barrile (PS/ZH), e ha informato il consiglio di amministrazione della Ruag. Sollecitato da Keystone-ATS, l'ufficio stampa della società ha in seguito comunicato di accettare le istruzioni ricevute da Berna. Il progetto viene dunque abbandonato.
Nella sua richiesta di lasciar perdere la fabbrica brasiliana, la consigliera nazionale sottolinea come il Paese sudamericano sia afflitto da «un'immane violenza», risultando la nazione al mondo col più alto tasso di omicidi, oltre 190 al giorno, peggio che in Siria. Per di più, ciò non è prerogativa dei delinquenti: tra il 2005 e il 2014 sono infatti state registrate 8466 morti per mano di poliziotti, nel solo Stato di Rio de Janeiro.
Fra le recenti vittime celebri, ricorda la deputata, vi è anche Marielle Franco, politica e attivista nata in una favela carioca uccisa in circostanze misteriose lo scorso marzo. La donna era molto critica nei confronti delle forze dell'ordine locali. Considerando tutto ciò - conclude Seiler Graf - investimenti della Ruag in Brasile sarebbero «inaccettabili dal profilo dei diritti umani» e incompatibili con gli obbiettivi della Confederazione.
Stando al Consiglio federale, attraverso la Ammotec, filiale della Ruag che intendeva costruire la fabbrica nello Stato del Pernambuco, l'impresa elvetica vedeva un'opportunità di espandersi in un mercato di importanza internazionale. In questo modo avrebbe soddisfatto la volontà del governo brasiliano, il cui auspicio è di mettere fine al mercato monopolistico delle munizioni.
La società bernese ha assicurato ripetutamente di voler imporre una politica di tolleranza zero nei confronti della corruzione, riferisce il governo nella sua replica a Barrile. L'esecutivo si attende che la Ruag rispetti le disposizioni della legislazione svizzera sul materiale bellico anche nelle sue sedi all'estero.