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GRIGIONIL'iniziativa "Buona scuola" non è buona

29.08.18 - 18:34
Il Gran Consiglio raccomanda di respingere l'iniziativa che comporterebbe in sostanza lo spostamento delle competenze nel settore dell'istruzione verso il Gran Consiglio e il popolo
Keystone
Martin Jäger, capo del Dipartimento dell'educazione, cultura e protezione dell'ambiente
Martin Jäger, capo del Dipartimento dell'educazione, cultura e protezione dell'ambiente
L'iniziativa "Buona scuola" non è buona
Il Gran Consiglio raccomanda di respingere l'iniziativa che comporterebbe in sostanza lo spostamento delle competenze nel settore dell'istruzione verso il Gran Consiglio e il popolo

COIRA - Con 109 voti a 10 il parlamento retico ha invitato oggi il popolo grigionese a respingere l'iniziativa popolare "Buona scuola Grigioni - codecisione riguardo a importanti questioni relative all'istruzione", che comporterebbe in sostanza lo spostamento delle competenze nel settore dell'istruzione verso il Gran Consiglio e, in ultima istanza, il popolo.

L'iniziativa, nettamente respinta dal Gran Consiglio retico riunito oggi nella sessione di agosto, è stata presentata nel marzo 2017: i firmatari chiedono in sostanza di modificare due articoli della Costituzione cantonale in maniera tale che questioni importanti riguardanti l'istruzione debbano essere disciplinate dalla legge o da una decisione del Gran Consiglio soggetta a referendum facoltativo.

«La scuola pubblica svizzera rappresenta un modello di successo - ha dichiarato Martin Jäger, capo del Dipartimento dell'educazione, cultura e protezione dell'ambiente - ed ha bisogno della collaborazione dei Cantoni se vuole rimanere tale». In nessun altro Cantone, ha concluso, «aspirazioni del tenore di quelle contenute nell'iniziativa hanno avuto successo».

La stessa sorte toccherà con ogni probabilità anche alla seconda iniziativa popolare, "Buona scuola Grigioni - codecisione riguardo ai programmi didattici", contestualmente inoltrata dallo stesso comitato, che verrà votata nella seduta di domani. Essa comprende in sostanza la regolamentazione dei contenuti dei piani di studio, l'approvazione dei piani di studio da parte del Gran Consiglio ed eventuale referendum facoltativo contro quest'ultima.

Il parlamento segue così le argomentazioni del governo e della maggioranza della commissione per la formazione e la cultura. Nell'aprile scorso, infatti, il governo scriveva che «i piani di studio contengono disposizioni esecutive tecniche complesse e non rientrano nell'ambito di competenza del Gran Consiglio o del Popolo». La disciplina vigente finora, concludeva, garantisce che i piani di studio possano continuare a essere elaborati da specialisti con un'ampia partecipazione delle cerchie interessate ed essere emanati dall'organo esecutivo responsabile.

Anche la commissione, due settimane fa, ha suggerito al Gran Consiglio di raccomandare al popolo di respingere le iniziative poiché «porterebbero a uno spostamento delle competenze dal Governo al Gran Consiglio (e da ultimo al popolo grigionese), il quale è competente per la legislazione e non per la sua applicazione».

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