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BERNARiforma fiscale e finanziamento AVS, il dibattito entra nel vivo

07.06.18 - 12:09
«La commissione ha cercato un compromesso accettabile da tutti i grandi partiti, cosa che non era il caso nella precedente riforma»
Tipress
Riforma fiscale e finanziamento AVS, il dibattito entra nel vivo
«La commissione ha cercato un compromesso accettabile da tutti i grandi partiti, cosa che non era il caso nella precedente riforma»

BERNA - Il Consiglio degli Stati ha iniziato oggi le discussioni in merito al Progetto fiscale 17 che, dal momento che comprende anche una compensazione sociale a favore del Primo pilastro, è stato ribattezzato Legge federale sulla riforma fiscale e finanziamento dell'AVS. Dopo che l'entrata in materia è stata approvata in modo tacito, i "senatori" hanno iniziato da poco l'esame dettagliato del dossier.

«La commissione ha cercato un compromesso accettabile da tutti i grandi partiti, cosa che non era il caso nella precedente riforma» - la Riforma III dell'imposizione delle imprese (RI imprese III) bocciata in votazione, ndr. -, ha spiegato il suo relatore Pirmin Bischof (PDC/SO).

Durante il dibattito di entrata in materia la sinistra ha sottolineato che l'introduzione di una componente sociale è criterio indispensabile per l'accettazione della riforma. Così com'è formulata essa permetterà inoltre di correggere almeno parzialmente alcune disposizioni della Seconda riforma dell'imposizione delle imprese, ha affermato Christian Levrat (PS/FR) secondo cui non c'è comunque niente da festeggiare.

Nel centro-destra la componente sociale è invece stata accolta con scetticismo, quasi come un sacrificio per rendere accettabile la riforma. Un suo fallimento avrebbe infatti conseguenze ancora peggiori, ha avvertito Andrea Caroni (PLR/AR). La soluzione proposta è criticabile, ma potrà raccogliere una maggioranza, ha aggiunto Martin Schmid (PLR/GR).

L'UDC è invece stato molto più critico. Peter Föhn (UDC/SZ) ha deplorato che la riforma non faccia che riunire due progetti bocciati dal popolo (la RI imprese III e la Previdenza 2020). Per Thomas Minder (indipendente/SH) legare riforma fiscale e AVS è "un'assurdità".

Contenuti del progetto - La parte fiscale della riforma - rielaborata dopo la bocciatura in votazione della RI imprese III - prevede l'abolizione degli statuti speciali per le società holding e quelle di gestione invisi all'Unione europea e all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Questi saranno compensati con altri strumenti fiscali volti a preservare la concorrenzialità della Svizzera in ambito internazionale, limitando le perdite fiscali per Confederazione, Cantoni e Comuni.

Come detto, il nuovo progetto contiene una compensazione sociale: il Consiglio federale aveva proposto un aumento degli assegni famigliari, la commissione preparatoria ha invece ideato un'altra via che rafforza l'AVS, ha spiegato Pirmin Bischof (PPD/SO) a nome della commissione. Questa prevede che ogni franco di tassazione perso in seguito al Progetto fiscale 17 a livello di Confederazione, Cantoni e Comuni venga "compensato" con un franco di finanziamento all'AVS.

Stando alle misure già adottate dalla commissione, il primo pilastro dovrebbe beneficiare di 2,1 miliardi di franchi. In questo modo le casse dell'AVS potranno essere comunque rimpolpate malgrado la bocciatura da parte del popolo del progetto Previdenza per la vecchiaia 2020.

Il calo del capitale del fondo di compensazione AVS potrà così essere rallentato. Esso scenderebbe al di sotto di taluni indicatori soltanto tre-quattro anni dopo. In tal modo il capitale passerebbe all'80% delle spese soltanto nel 2027 e non nel 2023.

I nuovi fondi a destinazione dell'AVS sarebbero finanziati grazie a un aumento dei prelievi salariali e a un aumento dei contributi prelevati dalle casse della Confederazione e dall'IVA. Il "capitolo sociale" della riforma fiscale non si sostituisce comunque alla riforma del settore che dovrebbe essere prossimamente inviata in consultazione dal consigliere federale Alain Berset.

Eventuale votazione tra un anno - Il dossier passa ora nelle mani del Consiglio nazionale che dovrebbe discuterne durante la sessione autunnale in settembre. Una volta concluso l'esame parlamentare, le misure più urgenti potrebbero entrare in vigore rapidamente, le altre il 1° gennaio 2020. Se ci sarà referendum, la votazione si terrà in febbraio o maggio 2019, ha detto Bischof.

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