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SVIZZERAProgetto fiscale 17, il Consiglio degli Stati potrà pronunciarsi

25.05.18 - 14:48
La nuova versione prevede che ogni franco di tassazione perso in seguito al Progetto fiscale 17 a livello di Confederazione, Cantoni e Comuni sarà "compensato" con un franco di finanziamento all'AVS
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Progetto fiscale 17, il Consiglio degli Stati potrà pronunciarsi
La nuova versione prevede che ogni franco di tassazione perso in seguito al Progetto fiscale 17 a livello di Confederazione, Cantoni e Comuni sarà "compensato" con un franco di finanziamento all'AVS

BERNA - Il prossimo 7 giugno il Consiglio degli Stati potrà pronunciarsi sulla nuova versione del Progetto fiscale 17 elaborata dalla sua Commissione dell'economia e dei tributi. Secondo quest'ultima, il fondo AVS sarà alimentato per un totale di 2,1 miliardi di franchi. Nel nuovo progetto è stato invece abbandonato l'aumento degli assegni famigliari.

La Camera dei cantoni ha concluso la deliberazione di dettaglio e la nuova versione è stata accolta con 11 voti contro 1, indicano oggi i servizi del Parlamento. Essa prevede che ogni franco di tassazione perso in seguito al Progetto fiscale 17 a livello di Confederazione, Cantoni e Comuni sarà "compensato" con un franco di finanziamento all'AVS.

Stando alle misure già adottate dalla commissione, il primo pilastro dovrebbe beneficiare di 2,1 miliardi di franchi. Questo importo dovrebbe provenire da tre fonti di finanziamento differenti: 3 per mille supplementari di contributi salariali (1,2 miliardi), attribuzione dell'intero percento demografico IVA (520 milioni) e aumento del Contributo della Confederazione all'AVS (385 milioni).

Questo finanziamento additivo dell'AVS consentirebbe di frenare il calo del capitale del fondo di compensazione. Esso scenderebbe al di sotto di taluni indicatori soltanto tre-quattro anni dopo. In tal modo il capitale passerebbe all'80% delle spese soltanto nel 2027 e non nel 2023.

Dividendi e autofinanziamento

La commissione ha anche proposto - con 8 voti contro 3 e 2 astensioni - che l'imposizione dei dividendi di investitori qualificati a livello cantonale arrivi almeno al 50%. Una minoranza voleva invece allinearsi alla proposta del governo (70%). A livello federale si è mantenuta la versione dell'esecutivo (70%). Secondo questa decisione della maggioranza commissionale, i Cantoni e i Comuni dovrebbero pagare 315 milioni in più del previsto.

Un'altra decisione dovrebbe far perdere 55 milioni di franchi di introiti rispetto alla versione governativa. A differenza del Consiglio federale, la commissione non ha infatti completamente rinunciato ai controversi interessi nozionali (deduzione degli interessi fittizi). Ha accettato - con 7 voti contro 2 e 3 astenuti - che i cantoni con un'elevata imposizione fiscale possano introdurre la deduzione per l'autofinanziamento.

Secondo le attuali modalità di calcolo, soltanto Zurigo soddisferebbe quest'aliquota fiscale minima. Per introdurre la deduzione per l'autofinanziamento, l'aliquota cumulata dell'imposta nel capoluogo cantonale deve ammontare ad almeno il 13,5% per l'insieme della scala fiscale.

Apporti di capitale

Con 10 voti contro 3, la commissione ha anche accolto una richiesta dei Cantoni che, nell'ambito dell'imposta sul capitale, consente loro di prevedere riduzioni proprio sui mutui concessi a consorzi.

Sono inoltre previsti introiti supplementari dell'ordine di 150 milioni di franchi per Confederazione, Cantoni e Comuni grazie all'adeguamento del principio degli apporti di capitale. Tale adeguamento - votato all'unanimità - sarà limitato dalla cosiddetta "regola dei rimborsi".

Con 9 voti contro 3 e 1 astensione, la commissione propone che le imprese aziende quotate in borsa possano pagare riserve da apporti di capitale esenti da imposte se versano dividendi imponibili di pari importo.

Questo vale per tutte le riserve da apporti di capitale esistenti ad eccezione di quelle che vengono rimborsate all'interno di un consorzio e di quelle che sono state costituite dopo il 31 dicembre 2010 nell'ambito di un trasferimento verso la Svizzera.

Riforma III

Dopo il "no"del popolo alla Riforma III dell'imposizione delle imprese, avvenuto nel febbraio 2017, il Governo ha sottoposto al Parlamento un nuovo progetto.

La riforma deve abrogare le regolamentazioni applicabili alle società con statuto speciale cantonale, che non sono più accettate a livello internazionale, ed elaborare strumenti che consentano alla Svizzera di restare una piazza economica attrattiva.
 
 

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