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SVIZZERAL'ordinanza sulle pellicce può essere migliorata

23.05.18 - 13:22
Ne è convinto il Consiglio federale. L'82% dei commercianti intervistati dichiarai che l'ordinanza ha permesso passi avanti dal punto di vista dei dati trasmessi dai fornitori
Keystone
L'ordinanza sulle pellicce può essere migliorata
Ne è convinto il Consiglio federale. L'82% dei commercianti intervistati dichiarai che l'ordinanza ha permesso passi avanti dal punto di vista dei dati trasmessi dai fornitori

BERNA - L'ordinanza sulla dichiarazione delle pellicce svolge bene la propria funzione informativa, ma può essere ancora migliorata. È la conclusione a cui giunge un rapporto che il Consiglio federale ha adottato nel corso della sua seduta odierna.

Le indicazioni da parte dei fornitori sono state perfezionate, così come il livello di conoscenza dei consumatori, anche se il comportamento di acquisto non è cambiato, fa notare una nota dell'esecutivo. L'ordinanza è entrata in vigore nel 2013 e stabilisce che la specie animale, il Paese di provenienza e il tipo di allevamento devono essere menzionati sull'etichetta di pellicce e prodotti affini venduti nella Confederazione.

La Svizzera è l'unica nazione europea a possedere una legislazione in materia, introdotta allo scopo di informare sulle condizioni di produzione. In seguito a uno studio commissionato dall'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), il governo ha tratto un primo bilancio positivo. L'82% dei commercianti intervistati dichiara infatti che l'ordinanza ha permesso passi avanti dal punto di vista dei dati trasmessi dai fornitori.

Più di un quarto degli interpellati ha interrotto rapporti commerciali o ritirato prodotti dall'assortimento non avendo ricevuto ragguagli corretti o attendibili, per esempio alle voci specie o provenienza, prosegue il comunicato. Il Consiglio federale propone alcune modifiche al testo, tra cui un miglioramento della terminologia relativa all'origine. La precisazione "vera pelliccia" dovrà essere riportata sull'etichetta e si dovrà ritoccare la denominazione di alcuni tipi di allevamento.

Dal 2014, l'USAV ha effettuato controlli in 235 punti vendita per assicurare una dichiarazione in linea con la legge. Le verifiche sono state realizzate sotto forma di sondaggi nella maggior parte dei casi, mentre accertamenti mirati si sono resi necessari solo in presenza di indizi che facevano supporre un'infrazione.

Il rapporto governativo adempie anche due postulati. Per quel che riguarda quello della consigliera agli Stati Pascale Bruderer Wyss (PS/AG), il Consiglio federale considera impossibile imporre un divieto di importazione dei prodotti di pellicceria, in quanto ciò sarebbe incompatibile con gli accordi di libero scambio conclusi dalla Svizzera.

In relazione al postulato del consigliere nazionale Lorenz Hess (PBD/BE), l'esecutivo è del parere che le risorse nazionali non siano sufficienti per coprire la domanda interna in questo settore. Per altro, il fatto che animali come visoni e cani procioni non siano presenti sul territorio elvetico obbligherebbe comunque a rivolgersi in una certa misura al mercato estero.

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