Scandalo AutoPostale, la direttrice della Posta è ottimista: «Così riconquisterò la fiducia della gente»
BERNA - La notizia non giunge del tutto imprevista. La Posta archivia il 2017 con un utile di 420 milioni di franchi, in calo di quasi 138 milioni rispetto al risultato dell'anno precedente. Colpa, in buona parte, dello scandalo AutoPostale, che avrebbe «fortemente influenzato» il bilancio, a partire da quei 78 milioni di rimborsi già richiesti nel rapporto di revisione dell'Ufficio federale dei trasporti. Non aiutano, peraltro, l'immagine deturpata, la credibilità perduta e la sfiducia ormai rassegnata della gente. A margine della conferenza di ieri, la direttrice Susanne Ruoff si mostra però ottimista, sia pur a lungo termine.
Signora Ruoff, in che modo lo scandalo AutoPostale incide sull'immagine della Posta?
«Sicuramente, quel che è successo non fa bene alla reputazione della Posta. Ma si tratta di due cose diverse, bisognerebbe tenerle separate. A ogni modo, l'importante è che ora si riesca a ripristinare la fiducia».
Come si fa?
«Ci siamo aperti alla gente. Proviamo a spiegare nel dettaglio che cosa sta succedendo, quali sono stati i retroscena e che cosa aspettarsi adesso. Non si può essere trasparenti senza illustrare i prossimi passi che saranno compiuti».
Qualcuno ha invocato le sue dimissioni. Come l'ha presa?
«Una situazione del genere non può lasciarti indifferente. Sono il ceo, ho il sostegno del Consiglio di amministrazione, traghetterò la nave oltre la tempesta. In questo momento è fondamentale che il capitano dica onestamente quel che è in corso».
La grande domanda è: Quanto di tutto questo sapeva, prima?
«Sono in corso indagini: pulite, complete e trasparenti. Saranno loro a svelarlo».