Archiviata l'iniziativa No Billag, si pensa già alla prossima proposta. Il futuro della SSR secondo il sondaggio Tamedia
BERNA - Dopo la valanga di “no” all’abolizione del canone radiotelevisivo, il dibattito attorno al futuro della SSR e al suo finanziamento non è ancora terminato. E su più fronti si parla già di una possibile iniziativa per abbassare il canone a duecento franchi. Una proposta, questa, che potrebbe in effetti trovare il consenso di almeno sei cittadini su dieci (si tratta del 62%, per la precisione), come si evince dall’ultimo sondaggio Tamedia condotto in concomitanza con le recenti votazioni federali e a cui hanno preso parte quasi 17’000 persone da tutta la Svizzera.
Un’iniziativa con più possibilità - La possibilità era già stata accennata dall’UDC nel corso della campagna. E ora l’eventuale lancio di un’iniziativa in tal senso sarebbe al vaglio, secondo informazioni di 20 Minuten, di un gruppo vicino ai sostenitori di No Billag. È invece probabile che l’UDC intenda dapprima passare dal Parlamento. Il presidente della sezione ticinese del partito, Alain Bühler, si dice comunque ottimista: «Un’iniziativa per chiedere il mantenimento del servizio pubblico con l’abbassamento del canone avrebbe probabilmente più successo, soprattutto se la SSR non manterrà le sue promesse».
Quale destino per la pubblicità? - Nel frattempo la SSR ha ribadito la promessa di voler prendere sul serio le critiche mosse nei suoi confronti durante il dibattito No Billag. Nella conferenza stampa indetta domenica per commentare l’esito della votazione, la dirigenza ha in particolare parlato di riduzione della spesa. Ma anche di rinuncia alla pubblicità durante i film. Il 72% dei cittadini ritiene comunque che la SSR non debba abolire completamente le interruzioni pubblicitarie.
Offerta pubblica molto seguita - Attualmente a livello nazionale la SSR propone diciassette stazioni radiofoniche e sette emittenti televisive. Troppe? Non secondo il 58% degli intervistati, che si dice contrario alla riduzione dell’offerta a un canale radiofonico e televisivo per regione linguistica. E si tratta di emittenti a cui la popolazione è effettivamente affezionata: quasi l’80% dei cittadini dichiara, infatti, di approfittare dell’offerta SSR quotidianamente o più volte alla settimana. Soltanto il 5% sostiene di non seguire mai le emittenti SSR.
Un “sì” soprattutto UDC - Per quanto riguarda la votazione federale sull’iniziativa No Billag, dal sondaggio Tamedia si rileva che sesso, età, grado di istruzione e reddito dei cittadini non hanno contato in maniera importante sulla decisione di voto. «Il sostegno all’iniziativa è soltanto leggermente più alto nella fascia d’età compresa tra i 35 e i 49 anni» spiegano i politologi Lucas Leemann e Fabio Wasserfallen. Un’ondata di “sì” si rileva inoltre, come previsto, tra i simpatizzanti UDC. Tra questi ultimi il sostegno ha infatti raggiunto una percentuale del 55%.
Il sondaggio
Sono 16’868 le persone provenienti da tutta la Svizzera che dal 2 al 3 marzo hanno preso parte al sondaggio online di Tamedia sulle votazioni federali del 4 marzo. Un sondaggio condotto in collaborazione con la LeeWas GmbH dei politologi Lucas Leemann e Fabio Wasserfallen. I dati sono ponderati sulla base di variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine d’errore è di 1,9 punti percentuali. Più informazioni su tamedia.ch/sondage