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BERNAPiù protezione per le prostitute nella revisione della Legge sugli stranieri

02.03.18 - 14:01
Potranno ottenere un permesso di soggiorno temporaneo e, a certe condizioni, anche l'aiuto al ritorno, sebbene la loro attività sia esercitata in maniera illegale
Keystone
Più protezione per le prostitute nella revisione della Legge sugli stranieri
Potranno ottenere un permesso di soggiorno temporaneo e, a certe condizioni, anche l'aiuto al ritorno, sebbene la loro attività sia esercitata in maniera illegale

BERNA - In seguito all'abolizione dello statuto di artista di cabaret, il Consiglio federale prevede di rafforzare la protezione delle vittime di violenze durante l'esercizio della prostituzione. Estende inoltre l'aiuto al ritorno in Patria anche alle persone ammesse provvisoriamente in Svizzera che non hanno presentato una domanda d'asilo. È quanto emerge dal messaggio concernente la revisione della legge federale sugli stranieri (Lstr) licenziato oggi dal governo.

Per quanto riguarda la tutela delle prostitute, esse potranno ottenere un permesso di soggiorno temporaneo e, a certe condizioni, anche l'aiuto al ritorno, sebbene la loro attività sia esercitata in maniera illegale.

Un'altra importante modifica concerne gli stranieri ammessi provvisoriamente in Svizzera, ma che non hanno inoltrato una domanda d'asilo. Essi dovrebbero beneficiare dell'aiuto al ritorno. Si tratta di incitare tali persone, cui l'ammissione provvisoria è stata revocata, a lasciare volontariamente il Paese.

Inversione dell'onere della prova

Tra le disposizioni proposte v'è anche l'inversione dell'onere della prova: la legge parte dal principio che i rifugiati che si recano nel proprio Stato d'origine e di provenienza domandano volontariamente la protezione di tale Stato. In questo caso, sarà immediatamente avviata una procedura di revoca della qualità di rifugiato.

La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) non potrà invece pronunciare un'interdizione a un rifugiato di recarsi in altri Stati, per esempio in Paesi limitrofi o di transito, anche se si è in presenza di un sospetto fondato che egli intenda eludere il divieto recandosi nel suo Paese d'origine o di provenienza. Il Consiglio federale ha abbandonato tale idea dopo le critiche emerse in consultazione.

La misura è stata considerata impraticabile e sproporzionata, poiché impedirebbe a un rifugiato di visitare famigliari che sono fuggiti verso uno Stato limitrofo.

Integrazione

Il governo ha pure rinunciato a un'altra modifica della LStr, ovvero quella di affidare alla SEM la competenza di garantire la qualità delle misure d'integrazione nel settore della formazione. La grande maggioranza dei cantoni vi si è opposta e il Parlamento ha già adottato una disposizione più completa sul tema in dicembre.

La SEM potrà invece utilizzare come mezzo di prova la videosorveglianza all'interno e all'esterno degli edifici da lei gestiti. Potrà pure conservare le registrazioni video e sonore durante quattro mesi, ma potrà trasmetterle unicamente alle autorità penali.

La revisione della legge interessa pure l'obbligo dei datori di lavoro di rimborsare le spese connesse al soggiorno in Svizzera dei loro dipendenti distaccati. Il Consiglio federale potrà tuttavia limitare l'obbligo di assunzione delle spese in caso di un distaccamento di lunga durata.

Accesso a sistemi di informazione

Le modifiche garantiscono inoltre alle autorità comunali di polizia l'accesso diretto al sistema centrale d'informazione visti (C-VIS) e a quello nazionale visti (ORBIS). Introducono peraltro una base legale che consente all'Ufficio federale di polizia (fedpol) e al Servizio per le attività informative della Confederazione (SIC) di accedere ai dati del sistema API (Advance Passenger Information), al fine di meglio lottare contro la criminalità organizzata e il terrorismo internazionale.

È stata invece abolita l'idea di istituire un sistema d'informazione per il rilascio a stranieri di documenti di viaggio svizzeri e permessi di ritorno (ISR). I dati di questo sistema saranno trasferiti nel sistema d'informazione centrale sulla migrazione (SYMIC).

Il messaggio, che tiene conto dell'evoluzione della giurisprudenza e di talune recenti decisioni governative, sarà ora trasmesso al Parlamento.

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