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GINEVRACassis sui diritti umani: «Respingere la legge del più forte»

26.02.18 - 11:26
Il consigliere federale ha inoltre ribadito l'attaccamento della Svizzera al ruolo che hanno i diritti umani nel prevenire le guerre: «i conflitti costano caro»
Keystone
Cassis sui diritti umani: «Respingere la legge del più forte»
Il consigliere federale ha inoltre ribadito l'attaccamento della Svizzera al ruolo che hanno i diritti umani nel prevenire le guerre: «i conflitti costano caro»

GINEVRA - «Respingere la legge del più forte». Lo ha detto stamane il consigliere federale Ignazio Cassis intervenendo a Ginevra all'apertura della 37ma sessione del Consiglio dei diritti umani, 70 anni dopo la Dichiarazione universale di tali diritti.

Quel testo conserva ancora tutta la sua ragion d'essere - ha dichiarato il ministro degli esteri elvetico -: esso contribuisce allo Stato di diritto , ossia «basato sulla legge, non sulla legge del più forte». Noi svizzeri come singolo Paese non possiamo garantire la pace e per costruire la prosperità abbiamo bisogno di «un sistema di scambi stabili».

Senza menzionare alcun Paese in particolare, Cassis ha invitato a dare al Consiglio e al suo commissario Zeid Raad al-Hussein tutto il sostegno di cui hanno bisogno. Da quando è diventato presidente Donald Trump gli USA chiedono una riforma del Consiglio e in particolare il ritiro dall'ordine del giorno del dibattito permanente su Israele.

In numerose regioni del mondo - ha dichiarato ancora Cassis - si osservano violazioni sistematiche dei diritti umani, cui si aggiungono una recrudescenza di razzismo, xenofobia e altre discriminazioni. Senza contare che dall'inizio di questo secolo sono esplosi il fenomeno del terrorismo e dell'estremismo violento, che legittimano un maggiore bisogno di sicurezza. Ma «il rafforzamento della sorveglianza può entrare in conflitto con le libertà fondamentali».

Il consigliere federale ha inoltre ribadito l'attaccamento della Svizzera al ruolo che hanno i diritti umani nel prevenire le guerre: «i conflitti costano caro». Un'efficace prevenzione potrebbe tradursi in risparmi tra 5 e 70 miliardi di dollari l'anno per gli Stati coinvolti e la comunità internazionale.

«I diritti dell'uomo sono un valore fondamentale per la Svizzera: sono parte integrante della sua tradizione, della sua storia, del suo sistema politico e del suo ordinamento giuridico». Noi moltiplichiamo gli sforzi - ha concluso - affinché tutti gli abitanti possano vivere insieme «nel rispetto reciproco, e la diversità e le pari opportunità non siano vuote parole».

Nella giornata di mercoledì è previsto a Ginevra un dibattito ad alto livello in occasione dei 70 anni della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Sono attesi, tra gli altri, l'Alto commissario Zeid e il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov.

Sostegno alla tregua in Siria - La Svizzera appoggia «totalmente» la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU che invita a una tregua di 30 giorni in Siria. Dopo sette anni di conflitto la situazione in questo Paese è disperata, secondo il ministro degli esteri Ignazio Cassis.

A margine dell'apertura del Consiglio dei diritti umani a Ginevra, il consigliere federale ha dichiarato ai media che «la Svizzera fa la sua parte» e rientra in quegli Stati che si impegnano per l'aiuto umanitario. Dallo scoppio del conflitto sono stati stanziati per la Siria e la regione mediorientale 315 milioni di franchi.

Cassis ha rivendicato una certa discrezione su questo dossier siriano e su altri. «Se vogliamo continuare ad essere considerati neutrali, non abbiamo il diritto di fare troppa pubblicità» sulla politica praticata dalla Svizzera, ha detto, ammettendo che in certi casi si tratta di una «frustrazione».

Nel corso della giornata il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) dovrebbe incontrare diversi omologhi, tra cui il vice primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al-Thani. Berna - ha spiegato Cassis - è pronta a svolgere un ruolo di mediazione nella crisi tra questo Paese e diversi Stati del Golfo: «La situazione nella regione ci preoccupa».
 
 


 
 

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