La decisione del comune di Davos ha lasciato basiti i giovani socialisti: «È Una restrizione scandalosa della libertà d'espressione»
La decisione del comune di Davos di non consentire al PS Grigioni, a Gioventù socialista, all'organizzazione progressista Campax e ai Giovani Verdi di manifestare contro il Forum economico mondiale (WEF) e, in particolare, contro la presenza del presidente Usa Donald Trump rappresenta «una restrizione scandalosa della libertà di espressione».
Citata in una nota di Gioventù socialista, la presidente Tamara Funiciello si dice indignata di un simile diniego e ricorda che la libertà di espressione è un pilastro di una democrazia. Il no opposto dal Municipio della località turistica è un atto di sottomissione delle autorità «all'élite dirigente».
In una nota separata, anche i Giovani Verdi deplorano il divieto a manifestare equiparandolo alla censura di chi la pensa diversamente. Secondo il comunicato, è invece giusto che la popolazione possa venir informata sulle violazioni dei diritti umani e sulle catastrofi ambientali dovute al cambiamento climatico provocato dall'uomo e di fronte alle quali i partecipanti al WEF rimangono impassibili.