«Il solo fatto di chiedere nuove sovvenzioni dimostra che in Svizzera il finanziamento esclusivamente commerciale non è possibile»
BERNA - La consigliera federale Doris Leuthard, intervistata sull'iniziativa "No Billag" da diversi media, ha indirettamente accusato il direttore dell'Unione svizzera arte e mestieri (Usam), Hans-Ulrich Bigler, di mentire quanto alle possibilità di sopravvivenza della SSR e di condurre una faida personale.
La scorsa settimana il comitato "arti e mestieri" a sostegno di "No Billag" ha presentato un "Piano B" che dovrebbe garantire l'esistenza della Società svizzera di radiotelevisione (SSR) anche in caso di approvazione dell'iniziativa il 4 marzo. Le proposte prevedono la vendita di abbonamenti tematici (calcio, sci, hockey) e per fasce orarie, l'aumento della pubblicità e il sovvenzionamento pubblico di alcune trasmissioni.
«Si può affermare quel che si vuole, ma bisogna attenersi ai fatti», ha commentato Leuthard. Il volume globale della pubblicità è stagnante da anni e la stampa scritta patisce per il trasferimento degli annunci verso i media online e le finestre pubblicitarie delle reti televisive estere. Non vedo come emittenti private che si rivolgono a un pubblico limitato potrebbero accaparrarsi una parte supplementare del mercato pubblicitario, ha fatto notare la consigliera federale.
Quanto alla possibilità di sovvenzionare alcuni programmi televisivi, la responsabile Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) ha ricordato che il testo dell'iniziativa non solo vieta la riscossione di un canone, ma anche la concessione di sovvenzioni a TV e radio. Inoltre stralcia le disposizioni che permettono di sostenere le minoranze linguistiche.
Il solo fatto di chiedere nuove sovvenzioni dimostra che in Svizzera il finanziamento esclusivamente commerciale non è possibile. In tutti i paesi europei esiste un sistema misto, le PayTV sono invece la regola negli Stati Uniti e in Australia, che dispongono di un mercato estremamente più grande del nostro, ha spiegato Doris Leuthard precisando che in questo tipo di emittenti l'informazione non è prioritaria, sono cinema, sport e sesso che vanno per la maggiore.
Contrariamente all'iniziativa contro l'immigrazione di massa, il cui testo era poco chiaro e lascia margine di manovra al parlamento, quello di No Billag è esplicito. La situazione è simile a quanto avvenuto con l'iniziativa sulle residenze secondarie che limita al 20% il loro numero: il tetto massimo dev'essere rispettato e non ci sono scappatoie.
Il "Piano B" presentato la scorsa settimana si basa in gran parte su un articolo della "Weltwoche", ha fatto notare ancora la consigliera federale. A suo avviso Bigler sta conducendo una «faida personale» dopo l'approvazione in votazione popolare, nel giugno del 2015, della nuova Legge federale sulla radiotelevisione. Il direttore dell'Usam si è battuto in prima linea contro il testo sostenendo che avrebbe fatto aumentare il canone di migliaia di franchi. In realtà il canone è sceso, i tre quarti delle piccole e medie imprese saranno esentate e solo poche grandi aziende dovranno pagare di più rispetto ad oggi, ha ricordato Doris Leuthard.