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BERNAPiù donne in governo, ma non sulla Costituzione

11.01.18 - 16:09
La Commissione ha respinto un'iniziativa parlamentare: il «criterio» di genere non è fondamentale per la coesione nazionale
Keystone
Più donne in governo, ma non sulla Costituzione
La Commissione ha respinto un'iniziativa parlamentare: il «criterio» di genere non è fondamentale per la coesione nazionale

BERNA - Una migliore rappresentanza delle donne in Consiglio federale è desiderabile, ma tale obiettivo non deve diventare un obbligo iscrivendolo nella Costituzione federale.

È il parere della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP-N), che ha respinto per 16 voti a 9 un'iniziativa parlamentare della consigliera nazionale Maya Graf (Verdi/BL). Per la CIP-N, il «criterio» di genere non è fondamentale per la coesione nazionale.

Con la sua iniziativa, Maya Graf intende completare l'articolo 175 della Costituzione federale, inserendo anche l'equa rappresentanza dei sessi nella composizione del Governo, attualmente prevista solo per le diverse regioni e componenti linguistiche del paese.

Pur non essendo contrari a una maggiore presenza di donne nella stanza dei bottoni, indica una nota odierna dei servizi parlamentari, a parere della CIP-N l'iniziativa solleva «una richiesta di politica sociale che non trova collocazione nella Costituzione, contrariamente ai criteri di politica nazionale fondamentali per la coesione dello Stato federale quali le regioni e le componenti linguistiche».

Per conseguire una migliore rappresentanza femminile, secondo la CIP-N vi è un'altra via: i partiti devono preparare e appoggiare in modo efficace candidature corrispondenti. Una minoranza della Commissione crede invece che la rappresentanza equilibrata dei sessi sia altrettanto importante della rappresentanza delle regioni e delle lingue e che sia un principio da inserire nella Costituzione.

Nessun obbligo per i partiti - I partiti devono essere liberi di comporre le rispettive liste elettorali come meglio credono, senza che vengano imposte quote minime per le donne. Ne è convinta la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP-N), che per 15 voti a 8 ha respinto un'iniziativa parlamentare della consigliera nazionale Sibel Arslan (Verdi/BS).

Quest'ultima chiede di modificare la legge federale sui diritti politici in modo tale che «sulle liste delle elezioni del Consiglio nazionale siano rappresentati entrambi i sessi con almeno un terzo ciascuno per partito. In caso di più liste di un partito è considerata la media delle candidature presenti su tutte le liste».

Per la deputata ecologista, la presenza di donne in Consiglio nazionale e Consiglio degli Stati è ancora troppo bassa rispetto a paesi come la Germania e l'Olanda. L'unico modo per promuovere una maggiore presenza femminile è quindi ricorrere a una modifica di legge.

La CIP-N, precisa un comunicato odierno dei servizi parlamentari, è invece dell'opinione che i partiti debbano avere carta bianca per la stesura delle proprie liste, in modo da poter scegliere la migliore soluzione in base alle proprie necessità e alla situazione nel proprio Cantone. A volte per le donne è meglio avere un buon posto sulla lista anziché essere più numerose.

Secondo una minoranza della CIP-N, invece, l'esperienza ha dimostrato che non tutti i partiti considerano volontariamente in modo sufficiente entrambi i sessi sulle proprie liste.
 
 


 

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COMMENTI
 

Danny50 6 anni fa su tio
Più donne in CF ? Ma se quelle che ci sono state finora non hanno combinato altro che guai ! Forse é il caso di pretendere persone capaci, non maschi, femmine o trangender.

Bandito976 6 anni fa su tio
Risposta a Danny50
Mettiamo i robot. Tanto il futuro sará quello. Sostituzione umana con intelligenza articificiale
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