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BERNACentrali atomiche, giro di vite sulle norme di sicurezza

10.01.18 - 11:46
Il Consiglio federale ha posto in consultazione una revisione parziale di diverse ordinanze relative al nucleare
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Centrali atomiche, giro di vite sulle norme di sicurezza
Il Consiglio federale ha posto in consultazione una revisione parziale di diverse ordinanze relative al nucleare

BERNA - I gestori delle centrali atomiche devono dimostrare che gli impianti sono sufficientemente sicuri e in caso di incidente il rischio di fuga radioattiva è limitato. Il Consiglio federale ha posto oggi in consultazione - fino al 17 aprile - una revisione parziale di diverse ordinanze sul nucleare, che disciplinano in modo chiaro questo requisito.

La disposizione era finora formulata in modo più ambiguo, precisa una nota dell'Ufficio federale dell'energia (UFE). Tramite l'analisi dei rischi gli esercenti saranno ora chiamati a fornire all'Ispettorato federale della sicurezza nucleare (IFSN) le prove in questo senso.

In particolare viene introdotta una distinzione tra gli incidenti tecnici e quelli dovuti a cause naturali. Mentre i primi sono sono caratterizzati da un'unica probabilità di accadimento, per i secondi la frequenza dipende dalla gravità, rileva l'UFE, precisando che verranno presi in considerazione gli eventi che accadono ogni 1000 e ogni 10'000 anni. Per questi dovrà essere fornita la prova di un valore limite di dose compreso tra 1 e 100 mSv (millisievert).

Se per un problema di progettazione una centrale non può rispettare il valore limite di dose di 100 mSv, dovrà immediatamente essere messa fuori servizio. In caso di non rispetto di valori più bassi - una fuga compresa tra 0,3 e 1 mSv - l'impianto dovrà essere riequipaggiato. Questi valori sono inferiori rispetto alla radiazione annuale naturale registrata in Svizzera, rileva l'UFE.

Il governo propone di fare chiarezza anche nelle disposizioni in materia di stoccaggio di scorie radioattive, in particolare di quelle che non sono destinate a un deposito in strati geologici profondi, ma che al più tardi dopo 30 anni decadono al punto tale da poter essere declassate. L'attuale legislazione è infatti "insufficiente", secondo l'UFE, poiché non è definito in modo esplicito quali licenze occorra chiedere e quale sia l'autorità di rilascio.

Perché venga realizzato un deposito di scorie radioattive fuori da un impianto nucleare, il Cantone di ubicazione dovrà rilasciare una licenza di costruzione e concedere e un'autorizzazione conforme alla legge sulla radioprotezione. All'IFSN spetterà il compito di vigilare e rilasciare la licenza per lo stoccaggio.

Visto il «potenziale di rischio esiguo» rappresentato dai depositi per il decadimento di scorie radioattive, conclude l'UFE, l'ammontare della copertura che l'esercente deve garantire tramite assicurazione o altra garanzia finanziaria verrà ridotto a 70 milioni di euro per impianto nucleare.

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