Se l'iniziativa venisse adottata, «le conseguenze per la produzione di musica folklorica, di quella classica, del reggae, del jazz e dell'indie rock sarebbero catastrofiche»
BERNA - L'associazione IFPI Svizzera, che raggruppa una quarantina di produttori di musica, raccomanda di votare no all'iniziativa popolare "Sì all'abolizione del canone radiotelevisivo (Abolizione del canone Billag)" in votazione il prossimo 4 marzo.
A suo avviso, il testo minaccia le principali piattaforme musicali nonché la musica elvetica in generale.
Se l'iniziativa venisse adottata, le conseguenze per la produzione di musica folklorica, di quella classica, del reggae, del jazz e dell'indie rock sarebbero catastrofiche, ha avvertito il direttore della sezione elvetica dell'IFPI (Federazione internazionale dell'industria fonografica).
Dal canto suo il presidente dell'IFPI Svizzera, Ivo Sacchi, non crede che i fornitori commerciali potranno assumersi i costi finanziari attualmente garantiti dalla SSR, come affermano gli iniziativisti.
Anche i festival elvetici invitano votare no.
Anche la "Conférence des festivals", che riunisce i 16 festival del cinema più importanti della Svizzera tra cui quelli di Locarno e Castellinaria, invita a votare "no" all'iniziativa "No Billag". In caso di approvazione del testo, le principali manifestazioni culturali sarebbero «consegnate ai media stranieri dominanti», si legge in un comunicato odierno.
Per la "Conférence des festivals" è «fondamentale che un importante media di servizio pubblico possa garantire la coesione delle culture e tradizioni elvetiche». A suo avviso, la SSR e le numerose radio e televisioni regionali che beneficiano del canone sono essenziali per il tessuto economico delle diverse regioni del Paese.