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BERNACantoni contrari all'assicurazione contro i terremoti

22.12.17 - 15:46
Secondo i governi cantonali, infatti, già oggi esiste per i singoli la possibilità di assicurarsi, che non deve essere resa obbligatoria
Cantoni contrari all'assicurazione contro i terremoti
Secondo i governi cantonali, infatti, già oggi esiste per i singoli la possibilità di assicurarsi, che non deve essere resa obbligatoria

BERNA - I Cantoni non appoggiano l'idea di un concordato intercantonale sull'assicurazione obbligatoria contro i terremoti: la proposta - avanzata lo scorso maggio dalla Conferenza governativa per gli affari militari, la protezione civile e i pompieri (CG MPP) - si conclude quindi con un nulla di fatto. Secondo i governi cantonali, infatti, già oggi esiste per i singoli la possibilità di assicurarsi contro i terremoti.

A maggio la CG MPP aveva indicato che la variante di un concordato intercantonale sull'assicurazione obbligatoria contro i terremoti sostenuto finanziariamente dalla Confederazione godeva dell'appoggio di un certo numero di cantoni. Era quindi stato creato un gruppo di lavoro composto di rappresentanti della Confederazione, dei cantoni e delle assicurazioni, che ha approfondito i vari aspetti del progetto.

Per il momento non se ne farà nulla: nel corso della procedura di consultazione la metà dei cantoni ha espresso scetticismo o disapprovazione, scrive oggi la Conferenza dei governi cantonali (CdC) in una nota. Solo 13 di essi si sono detti interessati al progetto. Vengono così a mancare le condizioni necessarie all'istituzione del concordato.

Secondo i contrari, già oggi è possibile assicurarsi privatamente contro i terremoti. Attualmente, tuttavia, solo il 10% degli edifici in Svizzera è coperto da una tale polizza. Per alcuni cantoni, inoltre, la forma del concordato non è soddisfacente: avrebbero preferito una soluzione basata su una legge federale.

Negli ultimi 20 anni tutti i tentativi di creare un'assicurazione nazionale contro i terremoti sono sempre falliti in Parlamento, l'ultimo in ordine di tempo un'iniziativa in tal senso del Cantone di Basilea Città, respinta dalle Camere nella sessione invernale dello scorso anno.
 

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