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BERNAImprese responsabili, niente controprogetto

11.12.17 - 16:30
La Commissione degli affari giuridici del Nazionale ha bocciato l'idea con 14 voti contro 11
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Pirmin Schwander, presidente della Commissione degli affari giuridici del Nazionale
Pirmin Schwander, presidente della Commissione degli affari giuridici del Nazionale
Imprese responsabili, niente controprogetto
La Commissione degli affari giuridici del Nazionale ha bocciato l'idea con 14 voti contro 11

BERNA - Non bisogna contrapporre un'alternativa all'iniziativa popolare "Per imprese responsabili - a tutela dell'essere umano e dell'ambiente". È l'opinione della Commissione degli affari giuridici del Nazionale che, con 14 voti contro 11, ha bocciato l'idea di un controprogetto indiretto.

La decisione è stata comunicata oggi ai media dal presidente della commissione Pirmin Schwander (UDC/SZ). La maggioranza si è quindi opposta all'iniziativa sul tema depositata dall'omologa del Consiglio degli Stati.

La palla è ora nel campo di quest'ultima. Se rimarrà ferma sulle proprie posizioni, il Parlamento dovrà esprimersi. La commissione della Camera dei Cantoni potrebbe anche lanciare un controprogetto diretto da sottoporre al popolo parallelamente all'iniziativa, oppure riformulare l'iniziativa parlamentare.

Secondo la maggioranza della commissione del Nazionale, non c'è abbastanza materiale su cui lavorare ed è meglio fermare tutto a questo stadio. È infatti difficile integrare standard internazionali nella legge. L'incertezza giuridica potrebbe nuocere alle aziende.

Pur ammettendo la presenza di "pecore nere" fra le multinazionali, la maggioranza sostiene che questo concerne soprattutto il settore delle materie prime e che il Parlamento avrà l'opportunità di legiferare in occasione della revisione del diritto delle società anonime.

La minoranza vuole invece mettere queste "pecore nere" di fronte alle proprie responsabilità prima che la Svizzera venga obbligata a fare qualcosa sotto la pressione internazionale.

Il testo - L'iniziativa popolare è stata depositata il 10 ottobre 2016 con 120'418 firme valide. Essa chiede che le imprese che hanno la loro sede statutaria, l'amministrazione centrale o il centro d'attività principale in Svizzera debbano rispettare, sia nella Confederazione che all'estero, i diritti umani riconosciuti e le norme ambientali internazionali.

Secondo l'articolo costituzionale proposto, le imprese potranno inoltre essere chiamate a rispondere non soltanto dei propri atti, ma anche di quelli delle imprese che controllano economicamente senza parteciparvi sul piano operativo.

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