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SVIZZERAIl Nazionale adotta misure sostitutive per la «legge del cioccolato»

05.12.17 - 09:37
I prodotti agricoli trasformati non beneficeranno più di sovvenzioni alle esportazioni, invise all'OMC. Come contropartita il settore e riceverà un sostegno per la produzione di latte e cereali
Keystone
Il Nazionale adotta misure sostitutive per la «legge del cioccolato»
I prodotti agricoli trasformati non beneficeranno più di sovvenzioni alle esportazioni, invise all'OMC. Come contropartita il settore e riceverà un sostegno per la produzione di latte e cereali

BERNA - I prodotti agricoli trasformati non beneficeranno più di sovvenzioni alle esportazioni, invise all'OMC. Quale contropartita, il settore riceverà un sostegno indiretto per la produzione di latte e cereali. Il Consiglio nazionale ha approvato oggi a larga maggioranza le necessarie modifiche legislative, che tornano agli Stati per l'esame delle divergenze.

Attualmente la Legge federale sull'importazione e l'esportazione dei prodotti agricoli trasformati, introdotta nel 1974, consente alla Confederazione di sostenere l'export di prodotti come biscotti o cioccolato. Per questo la norma, voluta per compensare il livello elevato del prezzo del latte e dei cereali svizzeri, è comunemente chiamata "legge sul cioccolato".

L'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) non è più disposta a tollerarla. Secondo la decisione adottata dalla Conferenza ministeriale della OMC a Nairobi (Kenya) nel dicembre del 2015, le sovvenzioni all'esportazione dovranno essere eliminate entro la fine del 2020, ha ricordato il relatore commissionale Pierre-André Page (UDC/FR).

Per preservare la creazione di valore nell'industria agroalimentare, sono state introdotte nella Legge sull'agricoltura (LAgr) una serie di misure d'accompagnamento a favore dei settori maggiormente colpiti. La principale è costituita dall'introduzione di un sostegno a favore del latte e dei cereali panificabili da versare direttamente ai contadini.

A nome della minoranza, Kathrin Bertschy (PVL/BE) ha chiesto la non entrata in materia poiché scontenta sia della situazione attuale, sia della revisione proposta. «Le sovvenzioni all'esportazione sono nefaste per gli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo», ha sottolineato la bernese.

Bertschy ha anche ritenuto che il progetto attuale non sopprime le sovvenzioni all'esportazione ma aggira le richieste dell'OMC con un escamotage. «Con queste leggi i produttori orientati all'esportazione acquistano latte svizzero a costi europei e le differenze di prezzo le pagano i contribuenti», ha sottolineato la verde-liberale.

La maggioranza - con 169 voti contro 8 e 10 astenuti - ha però ritenuto il progetto necessario: «L'11% della produzioni di cereali panificabili e il 30% del lette è destinato all'esportazione» ha ricordato Marcel Dettling (UDC/SZ) deplorando tuttavia il fatto che «ancora una volta» il Parlamento è chiamato a modificare delle leggi su pressione esterna (l'OMC, ndr).

La sinistra e alcuni deputati del PLR, d'accordo con la revisione in discussione, avrebbe voluto limitare nel tempo il sostegno. «Nel settore lattiero, il problema è la sovrapproduzione, con la nuova legge invece di prendere misure per combatterla si chiede ai contribuenti di finanziarla. È controproducente», ha affermato Louis Schelbert (Verdi/LU).

«Una interruzione immediata dei pagamenti creerebbe tuttavia problemi al settore, per questo motivo vogliamo lasciare un po' di tempo per adattarsi», ha aggiunto. Con 117 voti contro 68 e 2 astensioni, il Nazionale ha però deciso di non limitare al 2027 il sostegno indiretto per la produzione di latte e cereali.

La Camera del popolo è poi stata chiamata a fissare l'ammontare del sostegno. Nel suo messaggio il governo ha proposto un contributo di 67,9 milioni di franchi all'anno, contributo corrispondente a quello inscritti nel piano integrato dei compiti e delle finanze (PICF) per il periodo 2018–2020 e inizialmente destinato a sostenere le esportazioni del settore.

Il Parlamento si è però mostrato più generoso: con 111 voti contro 78 oggi il Nazionale ha infatti seguito la volontà degli Stati di innalzare tale somma a 94,6 milioni, pari a quanto speso nel 2016 e nel 2017. «È irresponsabile diminuire di praticamente un terzo i finanziamenti, soprattutto nel periodo attuale contraddistinto dai prezzi bassi», ha sostenuto Marcel Dettling.

L'anno scorso questo credito è andato a un'ottantina di aziende, ma oltre i due terzi sono stati intascati da quattro gruppi industriali, come risulta da dati dell'Amministrazione federale delle dogane resi di pubblico dominio in febbraio. Quasi un terzo dei contributi (33,7 milioni di franchi) è stato versato a Nestlé. Il gruppo alimentare Mondelese produttore del Toblerone ha ottenuto 17,3 milioni di franchi, il trasformatore di latte Hochdorf 12,2 milioni e Lindt & Sprüngli 7 milioni.

Una seconda misura d'accompagnamento, voluta per consentire l'accesso dell'industria alimentare esportatrice alle materie prime a condizioni competitive e quantità sufficienti, è costituita dall'importazione di tali beni in franchigia delle tasse doganali. Lo scopo è di permettere ai produttori indigeni di meglio confrontarsi con la concorrenza estera.
 
 

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