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BERNAPfister: «La maggioranza del gruppo PPD è contro il burqa»

06.11.17 - 10:42
Il presidente del Partito popolare democratico svizzero Gerhard Pfister ritiene che la maggioranza del suo gruppo alle Camere federali sostenga il divieto di dissimulazione del viso
Pfister: «La maggioranza del gruppo PPD è contro il burqa»
Il presidente del Partito popolare democratico svizzero Gerhard Pfister ritiene che la maggioranza del suo gruppo alle Camere federali sostenga il divieto di dissimulazione del viso

 

BERNA - La maggioranza del gruppo PPD alle Camere federali sostiene il divieto di dissimulazione del viso con il burqa (velo integrale islamico ndr) o il niqab (velo che lascia scoperti soltanto gli occhi ndr). È quanto afferma il presidente del Partito popolare democratico svizzero Gerhard Pfister in un'intervista pubblicata oggi dall'Aargauer Zeitung.

Inoltre, da un sondaggio effettuato dalla sezione cantonale lucernese del PPD è emerso che la maggioranza degli aderenti è chiaramente favorevole al divieto di dissimulare il proprio viso.

Anche lo stesso Pfister, a titolo personale, sostiene l'interdizione. «Una dissimulazione del viso è per me incompatibile con i valori della nostra società», afferma il democristiano di Zugo. Secondo il presidente del PPD nazionale, tuttavia, sarebbe stato «meglio» regolamentare la questione a livello di legge anziché a livello costituzionale.

L'iniziativa popolare "Sì al divieto di dissimulare il proprio viso" è stata depositata in settembre alla Cancelleria federale, corredata da 105'553 firme valide. Il testo è stato promosso dal Comitato di Egerkingen - fondato dall'ex consigliere nazionale Ulrich Schlüer (UDC/ZH) e dal consigliere nazionale Walter Wobmann - che ha già sostenuto con successo l'iniziativa anti-minareti.

L'iniziativa mira a estendere la proibizione di dissimulare il viso già in vigore in Ticino a tutto il territorio nazionale. Nel cantone sudalpino la Costituzione è stata completata come segue: «Nessuno può dissimulare o nascondere il proprio viso nelle vie pubbliche e nei luoghi aperti al pubblico (ad eccezione dei luoghi di culto) o destinati ad offrire un servizio pubblico».

Dal canto suo, il consigliere agli Stati Andrea Caroni (PLR/AR) ha fondato un comitato che si oppone all'iniziativa, a cui hanno aderito membri di quasi tutti i partiti politici, ad eccezione dell'UDC.

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